Piscina in Porto vecchio a Trieste: il Comune illustra il progetto da 7 vasche con spiaggia

La soluzione illustrata al sindaco Dipiazza e agli uffici dalla cordata formata da Icop, Terme Fvg e Myrtha Pools. Spazi per terapie e anche per relax e svago

TRIESTE Il Comune ha in mano la proposta di piscina terapeutica da realizzarsi negli ex magazzini Ford del Porto vecchio: una struttura ambiziosa con sette vasche, di cui una grande da 25 metri. L’ha presentata ieri al sindaco Roberto Dipiazza e agli uffici la cordata di aziende che nei mesi scorsi si era interessata all’avviso di consultazione del Comune: alla friulana Icop e a Terme Fvg si aggiunge anche Myrtha Pools, azienda lombarda al top nel settore piscine. L’incontro è servito a identificare nel project financing lo strumento da impiegare per la sua realizzazione. «Secondo noi è un progetto sostenibile e anche il Comune ne sembra convinto», commenta il patron di Icop Vittorio Petrucco.

Che piscina è quella di cui si è discusso a palazzo Cheba? La bozza di progetto prevede un’articolazione di questo tipo: atrio d’ingresso con bar, sulla sinistra l’area della palestra. Sulla destra invece si accede allo spazio delle piscine, in cui si inserisce il settore terapeutico con vasca dedicata. Segue poi la piscina all’aperto da 25 metri, attorniata da altre cinque vasche più piccole, con funzioni diverse.

Al primo piano sono previste una area beauty e una area relax. Sul lato del magazzino che guarda il mare i rendering dei progettisti mostrano una spiaggia attrezzata. Insomma un’opera che richiami sia chi va in cerca di cure che di svago, mirando a un bacino d’utenza allargato, non solo urbano: i proponenti hanno sottoposto al Comune dei prospetti sulla gestione che hanno convinto gli uffici.

L’esperienza in materia ora è assicurata ai proponenti dall’ingresso in comitiva di Myrtha Pools: parte del gruppo Castiglione, è considerata un gigante nel settore delle piscine.

Giubila il sindaco Dipiazza: «Ci hanno presentato un progetto molto interessante, prestigioso. Ora è presto per parlare di tempi, nelle prossime settimane andremo a definire i percorsi necessari. Diciamo però che nel caso del Centro congressi il nostro responsabile della finanza di progetto, Enrico Conte, è riuscito a concludere le procedure in tre mesi. Penso ci muoveremo rapidi anche in questo caso».

Passando alla controparte, Petrucco commenta: «Abbiamo fatto un primo passo. Per noi si tratta di un progetto convincente, anche perché non presenta complessità particolari, rispetto ad esempio al Parco del Mare (altra impresa cui Icop partecipa). Ora si tratta di definire gli aspetti finanziari e perfezionare il progetto».

Quanto costerebbe una struttura simile? Il sindaco resta abbottonato al riguardo: «Abbiamo parlato di cifre ma per il momento preferirei non esprimermi, per rispetto della controparte - dice Dipiazza -. Ci incontreremo di nuovo e definiremo anche questo». Dalle ultime informazioni disponibili, comunque, l’entità dell’opera si aggira attorno ai 30 milioni di euro.

Il nodo principale, nell’incontro di ieri, era appunto lo strumento da utilizzare per avviare le procedure. Laddove i proponenti erano inclini a parlare di project leasing, il Comune ha espresso il suo interesse verso il project financing, «uguale a quello del Centro congressi», specifica il sindaco. Dai privati è arrivato un via libera: «Il Comune preferisce quella strada e noi siamo disponibili - dice Petrucco - ora si tratta di approfondirla».

Resta il punto dell’utenza strettamente terapeutica, ereditata dalla collassata Acquamarina: «Gli utenti dell’Acquamarina che temono di pagare di più si tranquillizzino - dice Dipiazza -, il Comune farà delle convenzioni». Che sarà invece della struttura in Sacchetta? «Quando la dissequestreranno andremo a vedere cosa si può farne. In linea di principio non vedo perché la città non dovrebbe avere due piscine terapeutiche. Bisogna però prima capire in che condizioni è l’edificio». —


 

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