Piscina crollata a Trieste, spunta la pista della saldatura «fatta male»

A segnalare l’anomalia sono stati gli stessi operai al lavoro nella struttura poco prima del cedimento della copertura
L'impressionante crollo della piscina Acquamarina
L'impressionante crollo della piscina Acquamarina

TRIESTE Una saldatura forse sospetta, «fatta male». Ma non è chiaro se su un tirante oppure sull’acciaio del cemento armato. A tre giorni dal crollo del tetto alla piscina “Acquamarina” di Molo Fratelli Bandiera, si fa largo un ulteriore elemento su cui si potrebbero concentrare le indagini.

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Il dettaglio emerge dalla testimonianza degli operai specializzati della ditta veneta “Zara metalmeccanica srl” che lunedì pomeriggio lavoravano alla manutenzione del soffitto. I due addetti, non appena si sono resi conto dell’imminenza del pericolo, sono riusciti a mettersi in salvo, analogamente alla barista, ai fisioterapisti e ai i pazienti che occupavano le ali attigue alla piscina. La vasca, proprio per consentire l’intervento di manutenzione, era vuota. Una fortuna: se ci fossero state persone in acqua, sarebbe stata una strage.

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Gli operai erano sopra a un’impalcatura, intenti a iniziare le operazioni di sostituzione dei bulloni corrosi fissati sul reticolare in acciaio. Era proprio questo a cui erano chiamati: cambiare le decine di bulloni intaccati dalla salsedine del mare.

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Un intervento indicato espressamente dalla perizia statica del 2016 dell’ingegner Fausto Benussi, incaricato dal Comune. «C’era un grado di corrosione non trascurabile sui bulloni e su altre parti – ha confermato il professionista contattato dal Piccolo – per cui avevo prescritto un intervento entro un anno».

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I lavori sono cominciati proprio lunedì, dopo lo svuotamento della vasca in programma sabato scorso. Sono stati dunque gli operai dell’impresa di manutenzioni a notare un possibile problema a una delle saldature. Questo, almeno, secondo quanto hanno testimoniato ai Carabinieri. Gli operai, nell’interrogatorio, hanno descritto le attività iniziate quel pomeriggio. «La mia azienda ha settant’anni di storia, è andata nella piscina con personale qualificato», spiega Pietro Zara, responsabile della srl. «Quella è una struttura non vecchia, che ha vent’anni, ma vista l’ubicazione, la salsedine e i cloruri, vent’anni non sono comunque pochi. La manutenzione è essenziale. Quel pomeriggio – aggiunge Zara – i miei dipendenti avevano cominciato a sostituire i bulloni. Poco prima del crollo erano sull’impalcatura, ma non so quanti componenti erano già stati cambiati in quel momento. Avevano iniziato da due o tre ore. Parliamo comunque di un’attività di routine. E sì – conferma l’imprenditore – mi hanno detto di aver notato una saldatura che forse non andava bene. E quando hanno visto i primi cedimenti, sono fuggiti fuori».

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Non sappiamo in quale punto fosse localizzata la saldatura: c’è chi dice su un tirante, chi sull’acciaio del cemento armato.

Ma stando a quanto riferito dagli stessi operai, sembra fosse «sotto dimensionata» o «fatta male». Gli operai si sarebbero insospettiti della tenuta della saldatura, sulle tante presenti nella copertura, proprio dalla provenienza dei primi scricchiolii.

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Andrà quindi verificato se negli ultimi anni sono stati eseguiti accertamenti e manutenzioni su tutti gli elementi che compongono la struttura di acciaio e cemento. Pare che i due operai abbiano sentito «uno scricchiolio e poi un primo colpo, come un piccolo collasso».

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il reticolare in acciaio crollato insieme alla copertura in cemento della piscina. È proprio sul reticolare e il collegamento realizzato con i bulloni che si concentra l’attenzione dell’esperto

Poi il cedimento è proseguito determinando il collasso dell’intera copertura. Saranno le indagini ad accertare l’ipotesi della saldatura difettosa.

Una delle altre possibilità al vaglio in queste ore è che il crollo possa essere stato causato dalla sostituzione dei bulloni, come ventilato in questi giorni. «Non lo so», sostiene Zara. «Ma mi pare difficile che cambiare un bullone alla volta possa far precipitare un tetto intero». —


 

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