Piscina Acquamarina verso la ricostruzione in Porto vecchio
Il Comune vuole ricostruire la piscina Acquamarina in Porto vecchio. Lo conferma il sindaco Roberto Dipiazza al termine dell’incontro avuto con il presidente del Credito sportivo Andrea Abodi, arrivato ieri a Trieste con una squadra di tecnici al fine di trattare la questione della struttura crollata a fine luglio. Quanti soldi costerà e che tipo di impianto sarà, toccherà al confronto dei prossimi mesi stabilirlo, anche se l’amministrazione ha l’intenzione di riproporre un modello di project financing al 49% per il Comune, sulla scia di quanto già fatto con il centro congressi. I vecchi utenti della piscina in Sacchetta, però, chiedono al Comune sicurezze sul carattere riabilitativo della futura struttura.
La riunione fra Dipiazza e Abodi si è svolta nel pomeriggio di ieri, ed è durata più di un’ora. Al centro del confronto la possibilità che il credito sportivo offra un prestito al Comune per realizzare la struttura: «È stato un dibattito molto interessante – commenta il sindaco – perché, una volta tanto, abbiamo avuto modo di discutere con persone che conoscono l’argomento».
Per il Comune vi hanno preso parte anche i dirigenti Giulio Bernetti ed Enrico Conte, oltre all’assessore Giorgio Rossi.
La delegazione del Credito sportivo ha presentato ai triestini dei progetti analoghi, già realizzati in altre parti d’Italia, come possibili percorsi. Commenta ancora Dipiazza: «Abbiamo aperto il dibattito. Adesso un architetto butterà giù un’idea di misure, spazi. Ci siamo ripromessi di rivederci entro la fine dell’anno per proseguire il confronto». Il sindaco dichiara poi la volontà di «aggiungere delle saune, fare della struttura un centro benessere più ampio». Le dimensioni e le caratteristiche della struttura influiranno ovviamente sulla spesa: «Il Credito sportivo mi ha mostrato un progetto già realizzato da cinque milioni, ma dipende tutto dal tipo di piscina che vorremo fare. Ma per poterlo capire bisogna prima individuare con certezza l’area, così capiremo se sarà solo piscina terapeutica o anche centro termale».
Quel che è certo è che la destinazione finale si troverà in ogni caso in Porto vecchio: «È l’unica via possibile. Ora c’è da decidere se vogliamo farla davanti al centro congressi, dietro o in una terza zona ancora. Abbiamo 65 ettari, lo spazio non sarà un problema». L’opzione di ricostruire l’Acquamarina nel vecchio sito, dice Dipiazza, «è andata»: «Quando verrà liberata dalle macerie potremo entrare, pulire e capire in che condizioni è. Peraltro – specifica – la proprietà è dell’Autorità portuale, valuteremo col tempo, ma ci vorranno anni».
Gli utenti della vecchia piscina, molti dei quali usano la pagina social “Ricostruire l’Acquamarina” come strumento di mobilitazione, auspicano però che dal Comune venga maggiore chiarezza. Manuel Fakin è un ex utente nonché una delle anime della pagina: «La nostra impressione è che il Comune non abbia ancora ben chiaro il carattere specifico della vecchia Acquamarina. Era una piscina riabilitativa, facile da raggiungere, con parcheggi e attrezzatura per disabili e acqua calda a 32 gradi. Finora abbiamo sentito il sindaco parlare di “piscine olimpionica, centro benessere” ma mai di piscina riabilitativa. L’Acquamarina era un’altra cosa». Conclude Fakin: «C’è necessità di dare risposte ai vecchi utenti. Pochi sono stati ricollocati in altre piscine, alcuni vanno in Slovenia, ma molta gente semplicemente non può più curarsi. Ecco perché la questione è urgente». —
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