Pipistrel rompe il silenzio sull’aeroporto «Per noi danno ingente se chiude lo scalo»

Lettera dell’avvocato Terpin che fa le pulci al Piano industriale. «Consortile non in grado di produrre ricavi decorosi»
Bumbaca Gorizia 25.11.2019 PIPISTRL esterni © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.11.2019 PIPISTRL esterni © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Non ci sta a rimanere con il cerino acceso in mano. E non vuole nemmeno passare per la “causa di tutti i mali” all’aeroporto Duca d’Aosta. Pipistrel rompe il silenzio. E lo fa attraverso una lettera («Che sarebbe dovuta rimanere riservata», puntualizza l’avvocato Damijan Terpin che tutela gli interessi dell’azienda slovena) inviata al cda della Consortile e ai soci. Una missiva di cui siamo venuti in possesso nelle ore (decisive) in cui il Consiglio comunale è chiamato a votare il Piano industriale che prevede un aumento di capitale, oltre a progetti di sviluppo dell’area di volo.

Prima di tutto, una premessa. Il Piano, così com’è concepito, non convince del tutto Pipistrel. Ma per l’azienda slovena potrebbe essere, a questo punto, il male minore perché l’alternativa sarebbe una Consortile costretta a chiudere i battenti e che riconsegna l’aeroporto all’Enac. «Se dovesse configurarsi questo scenario - annota Terpin - Pipistrel si ritroverebbe in una situazione difficile e pericolosa. C’è il rischio di una chiusura immediata dell’aeroporto e l’azienda si ritroverebbe a dover smontare gli aerei già montati, trasportarli altrove per effettuare, da qualche altra parte, i necessari collaudi. Inoltre, tutti gli investimenti effettuati per aprire lo stabilimento finirebbero nel nulla. Un dispendio finanziario - la sottolineatura dell’avvocato - di cui Pipistrel non sarebbe responsabile, bensì vittima». Quindi, aggiungiamo noi, non è per nulla improbabile che Pipistrel possa chiedere i danni per la situazione che si verrebbe a creare qualora il Piano venisse affondato.

E veniamo alla lettera che sarebbe dovuta rimanere riservata. In sostanza, Pipistrel sottolinea che sarebbe bastato mettersi attorno a un tavolo fra Cda e soci per trovare una quadratura del cerchio soddisfacente. Cosa che non è stata fatta. Poi, si smonta il fatto che «Pipistrel stia pagando un canone agevolato di un euro. Avendo, infatti, anticipato i canoni di concessione sino al 31 agosto 2030 con l’effettiva assunzione degli oneri di smaltimento dell’amianto presente sul sedime, sta pagando quindi, sino alla citata data, un canone residuo di un euro. Non si tratta pertanto di alcuna agevolazione ma, semmai, di un aggravio a carico della stessa, avendo anticipato i canoni non ancora scaduti i quali, diversamente, sarebbero stati spalmati sui prossimi 11 anni». Non solo. Anche il servizio antincendio e primo soccorso «non deve essere svolto da Pipistrel bensì dalla Consortile. Un tanto è stato più volte espressamente chiarito da Enac».

«La mia assistita - si legge nella lettera firmata da Terpin - ritiene, inoltre, che qualcuno abbia ora ritenuto addirittura di prendersi gioco della Pipistrel, tentando di affibbiarle questa volta, oltre alla responsabilità del servizio antincendio, anche quella del servizio di primo soccorso all’interno della struttura aeroportuale. Tale ulteriore onere non era stato sinora nemmeno adombrato nei confronti della Pipistrel da chicchesia».

Pesante uno degli affondi successivi: «Dalle considerazioni sui risultati storici emerge, purtroppo, che la società consortile non è mai stata in grado di produrre dei ricavi decorosi e tenti, invece, di addebitare ogni responsabilità per il suo stato di sostanziale illiquidità (se non insolvenza) dell’asserita, e in ogni caso inesistente, controversia con Pipistrel circa la responsabilità per lo svolgimento del servizio antincendio».

Vengono contestati anche i nuovi orari di apertura dello scalo che si intende adottare. «Si propone di ridurli a 6 giorni settimanali, riducendo l’orario di apertura giornaliera “ai requisiti del traffico”, addirittura senza alcuna specificazione precisa. Tali intenti appaiono inattuabili, siccome risultano in palese contrasto con le disposizioni dell’atto di affidamento Enac ove è previsto il funzionamento dell’aeroporto “per tutti i giorni della settimana”».

Il monito finale? «Si auspica che la dovuta e necessaria concertazione fra i soci e il confronto con il Cda della Consortile possa svolgersi prima del compimento degli atti». Ma il tempo, probabilmente, è già scaduto. —


 

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