Pipistrel decolla, a regime 270 i nuovi posti di lavoro
Sono stati effettuati i getti e, a breve, compariranno i piloni. Sono entrati nel vivo i lavori di realizzazione dello stabilimento Pipistrel nel compendio dell'aeroporto "Duca d'Aosta" di via Trieste. Mentre lo scalo continua a rimanere chiuso (dovrebbe riaprire a novembre secondo gli annunci dell’Enac), in un angolo del sedime il cantiere va avanti a ritmo spedito. Di questo passo verrà rispettata la previsione di completare i lavori di realizzazione del capannone entro il 2015, mentre la produzione degli aerei scatterà nel 2016.
Lavori
a pieno ritmo
La foto, scattata da un aereo, mostra quali sono i progressi del cantiere. Si vedono nitidamente i riquadri dove verranno posizionate le colonne di sostegno del capannone che risponderà agli ultimi dettami in tema di risparmio energetico. Il sereno, dunque, è tornato e sono stati collocati altri mattoni accanto alla... prima pietra depositata (nel corso di una sontuosa inaugurazione) il 17 marzo 2012. Dopo tanti problemi e tanti intoppi, inizia a vedersi la luce in fondo al tunnel. Già, ma quali saranno i risvolti lavorativi? «In una primissima fase, opereranno nello stabilimento goriziano dalle 50 alle 60 persone per arrivare a regime a 270, se non addirittura 300. Mi sembrano numeri importanti», è ciò che filtra dall’organizzazione. La produzione goriziana sarà all’avanguardia. A Gorizia, lo ricordiamo una volta di più, verrà prodotto il modello Panthera, un fast cruiser quadriposto ad alte prestazioni. Tre le versioni in programma: si va da un modello ad alimentazione convenzionale ad uno ibrido per arrivare ad uno elettrico.
Le caratteristiche
dello stabilimento
Lo stabilimento si estenderà per 10mila 285 metri quadrati nella porzione dell'aeroporto Duca d'Aosta che si trova nel Comune di Savogna d'Isonzo. Ma quanto costerà realizzare la fabbrica che sarà (almeno così viene presentata) un piccolo gioiellino tecnologico? L'investimento ammonterà a circa 5 milioni di euro. Il capannone sarà realizzato tutto secondo canoni costruttivi/architettonici e tecnologici volti al risparmio energetico. Verranno utilizzati pannelli fotovoltaici e tutte le tecnologie più avanzate. Ricordiamo che l’intervento, nel recente passato, si è caratterizzato per una lunga serie di intoppi. E così torna prepotentemente alla ribalta una domanda: perché si è atteso così tanto tempo per procedere con la realizzazione dello stabilimento? Perché quella posa della prima pietra così anticipata? Ce lo siamo chiesto più volte nel corso del recente passato.
«Ci siamo imbattuti in una serie di imprevisti, cui abbiamo dato faticosamente soluzione: abbiamo superato tutta una serie di problemi legati alla gravosa opera di bonifica dei residuati bellici presenti nell'area oltre alla rimozione dell'amianto, raccolto in 460 sacchi da 650 chilogrammi l'uno. Poi, se vogliamo dirla tutta, è intervenuta anche una modifica legislativa relativa alle coperture con i pannelli fotovoltaici», è la spiegazione che è stata data più volte e che non ci ha mai convinto del tutto.
Un’iniezione
di fiducia
Ma oggi gli operai sono al lavoro e inizia a prendere forma lo stabilimento. Ed è una buona notizia in un panorama di economia stagnante e aziende che chiudono inesorabilmente i battenti lasciando a casa tante persone.
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