Piovono no, salta la “reunion” voluta da Tondo

La coordinatrice di Forza Italia, Savino, declina l’invito. L’ex presidente annulla l’incontro che puntava a riunificare il centrodestra regionale, sempre più in preda al caos
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco

TRIESTE. Renzo Tondo cambia spesso idea, per sua ammissione. Lo ha fatto in fretta pure stavolta (anche se, in questa occasione, gli hanno dato una mano): ha invitato il centrodestra a parlarsi, nel suo albergo di Verzegnis, e poi ha disdetto l’appuntamento. Con il metodo che preferisce: il messaggio via telefono. Certificando il perdurante psicodramma dello schieramento – non si mettono d’accordo nemmeno su un incontro domenicale che nulla avrebbe potuto diventare se non prove di rinnovato dialogo – e prendendo atto, probabilmente, del suo isolamento.

Non era nemmeno una cena, stando al sms di invito digitato a metà della scorsa settimana da Michela Gasparutti, l’ex segretaria dell’ex governatore. Avrebbero dovuto vedersi lunedì (ieri) gli ex pidiellini divisi oggi tra neoforzisti, Nuovo centrodestra e Fratelli d’Italia. Poi qualcuno ha detto «non posso», qualcun altro ha chiesto tempo e dunque si è tentato di anticipare tutto a domenica pomeriggio, finché Tondo ha messo in fila i «no grazie» e deciso che non si fa nulla. «Per cause di forza maggiore», ha scritto direttamente dal suo cellulare.

Ha dato fastidio non tanto che tra gli invitati, oltre ai vertici di Forza Italia (escluso il vicecoordinatore regionale Massimo Blasoni, non convocato, e non è la prima volta), figurassero pure Isidoro Gottardo, Alessandro Colautti, Roberto Dipiazza e Vanni Lenna, quanto che a fare da punto di riferimento, considerandosi ancora tale, fosse proprio Tondo. Non tocca a lui, non più, è stato l’immediata frenata in casa Fi.

Sandra Savino la spiegava ieri su Facebook scoraggiando «slanci e personalismi, magari fatti in buona fede» e precisando che lei, a Verzegnis, non ci sarebbe andata comunque: «In primo luogo per non dare linfa a speculazioni giornalistiche che questi eventi carbonari solitamente generano. Secondariamente, io sono per un’azione politica fatta alla luce del sole, senza scorciatoie segrete». Motivazioni cortesi per dire a Tondo che i luoghi per parlare di politica sono altri. Ma soprattutto che, a dare le carte per tutti, viste anche le ambiguità dell’ex presidente, saranno ora altri. Quelli che in Fi, per esempio, vedono in questa fase molto più naturale un’intesa con Lega Nord e Fratelli d’Italia che non con il Ncd.

Dibattito, peraltro, ancora non aperto. «Non è tempo di cene ma di ritrovare idee comuni – dice Blasoni –. Tondo deve capire che, pur senza escludere nessuno, occorre sviluppare un progetto nuovo e non riproporre tout court quello che è stato». Dall’altra parte gli alfaniani mantengono una posizione di distaccata attesa rispetto agli attriti azzurri. «Il centrodestra deve cercare una convergenza sui contenuti, solo così si può fare opposizione con un metodo condiviso – sostiene Gottardo –. Altrimenti non parliamo di coalizione ma di singole forze politiche. Un dato di fatto fino a quando Fi non si chiarirà al suo interno».

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