Pioggia di fondi a chi investe in area Ezit

In arrivo per le aziende 30 milioni stanziati da Regione e agenzia Invitalia. La Camera di commercio sarà il braccio operativo
La sede dell'Ezit
La sede dell'Ezit

TRIESTE Tempo un mese e la Camera di commercio sarà in grado di emanare i bandi relativi ai contributi alle imprese che intendono investire nella cosiddetta “area di crisi industriale complessa di Trieste”, così come previsto dalla legge regionale “Rilancimpresa” approvata un anno fa.

L’ente camerale triestino aveva ricevuto, già nello scorso autunno, una consistente somma di 10 milioni, accresciuti ora di ulteriori 800 mila euro, che in un primo tempo erano destinati all’Ezit la cui pericolante situazione consigliò un più protetto indirizzo.

Così a dicembre venne firmata la convenzione tra la stessa Regione e la Camera di commercio, per preparare l’operazione: si sta procedendo alla formazione del personale camerale, afferente all’azienda speciale Aries, con l’obiettivo di organizzare uno sportello informativo coordinato insieme a Invitalia.

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Perchè Invitalia, agenzia nazionale del ministero per lo Sviluppo Economico, è co-firmataria dell’accordo siglato il 30 gennaio 2014 finalizzato alla «riqualificazione delle attività industriali e portuali e al recupero ambientale nell’area di crisi industriale complessa di Trieste»: porterà in dote una ventina di milioni, che riguarderà più specificamente gli interventi di disinquinamento ambientale. Alla Camera di commercio, invece, spetterà gestire il finanziamento delle attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, le attività di innovazione, i progetti per la riconversione di aree industriali dismesse.

Come ricorda il presidente camerale Antonio Paoletti, l’intenzione è di facilitare l’iniziativa delle imprese attraverso una collaborazione operativa tra Piazza della Borsa e Invitalia. Ci sono diverse gradazioni di contributo a seconda si tratti di piccole, medie, grandi imprese. A indirizzare il lavoro degli uffici camerali è soprattutto il regolamento emanato dalla Presidenza regionale il 5 novembre scorso con decreto n.232, che disciplina i criteri ai quali ci si dovrà attenere nella definizione dei bandi. Sia Paoletti che il segretario generale Pierluigi Medeot sono fiduciosi sul fatto che questi bandi possano andare in onda entro la metà di marzo, consentendo un rapido riscontro alle aziende interessate a scommettere sulle zone da recuperare alla vita produttiva.

Questi sviluppi sono ancor più attraenti se relazionati alla recentissima soluzione del pluridecennale contenzioso fiscale che ha costretto il “vecchio” Ezit a gettare la spugna. Non è casuale che il commissario liquidatore, Paolo Marchesi, abbia dichiarato di aver ricevuto numerose richieste di informazione sugli asset dell’ente che saranno posti in vendita prossimamente. La messa in circolazione delle risorse regionali (filtrate dalla Camera) e da Invitalia va infatti a determinare un “tesoretto” complessivo da circa 30 milioni, che costituisce un volano non trascurabile per il mondo imprenditoriale.

In particolare, per quanto concerne questi aspetti “immobiliari” della riqualificazione, il punto 8 dell’art. 7 del regolamento regionale precisa che sono ammissibili - tra le altre - le spese relative all’acquisto di aree ed edifici dismessi a prezzo di mercato attestato da perizia giurata, le spese per interventi di rilevanza urbanistica ed edilizia su aree dismesse funzionali all’intervento di riconversione, le spese relative alla riconversione dell’attività (impianti, macchinari, attrezzature destinati alla produzione).

Le pubbliche risorse, che riguardano le aree Ezit, potrebbero risvegliare l’attività economica di un’ampia zona non lontana dalle banchine portuali. Non va tra l’altro dimenticato che il trasferimento dei punti franchi dal Porto vecchio interesserà anche la valle delle Noghere, dove insistono terreni di proprietà Ezit.

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