«Pietre d’inciampo dedicate agli infoibati». Ma l’idea di Fratelli d’Italia irrita il sindaco

Scoccimarro presenta le targhe già realizzate. Dipiazza: «Non sapevo nulla. Eppure prima di fare queste cose si avvisa»
Le pietre d’inciampo presentate sabato 8 febbraio dagli esponenti locali di Fratelli d’Italia
Le pietre d’inciampo presentate sabato 8 febbraio dagli esponenti locali di Fratelli d’Italia

TRIESTE Fratelli d’Italia, tramite l’assessore regionale Fabio Scoccimarro, dona al Comune di Trieste le prime “pietre d’inciampo” dedicate alle vittime delle foibe. Ma il primo cittadino Roberto Dipiazza lo gela: «Prima di fare queste cose, si avvisa il sindaco». Insomma prima ancora di essere posate, le pietre accendono lo scontro. Anche tra le stesse forze di centrodestra.

«Non vogliamo l’esclusiva, la Shoah però non ha eguali»
Il presidente della Comunità ebraica Alessandro Salonichio


L’iniziativa è stata presentata nella mattinata di sabato 8 febbraio, nel corso di una conferenza stampa sul cui contenuto gli organizzatori fino all’ultimo hanno mantenuto il riserbo. Oltre a Scoccimarro erano presenti altri due esponenti del partito di Giorgia Meloni: il capogruppo in Consiglio regionale Claudio Giacomelli ed Elisa Lodi, assessore comunale nella giunta Dipiazza.

A destra, in alto Elisa Lodi, Fabio Scoccimarro e Claudio Giacomelli
A destra, in alto Elisa Lodi, Fabio Scoccimarro e Claudio Giacomelli

Scoccimarro ha spiegato che la sua proposta è «personale» e al contempo avanzata in veste di «dirigente di FdI». «La dicitura “pietre d’inciampo” è stata scelta perché è di uso comune e contiene un riferimento biblico - ha proseguito Scoccimarro -. Nessun paragone con le vittime della Shoah». Ha poi condannato «tesi riduzioniste e negazioniste, anche da parte dell’Istituto regionale per la Resistenza (Irsrec, ndr), esemplificabili con: “Sì ma l’Italia cos’ha fatto?”. Per me i crimini non si pareggiano ma si sommano. Non solo italiani, fascisti o presunti tali, furono infoibati. Penso ad esempio a Zorko Šcuka. E poi diciamola tutta: quando gli italiani hanno invaso la Jugoslavia si sono comportati come qualsiasi altro esercito invasore. Sarebbe bello che questo nostro mare (Adriatico, ndr) oggi diventasse capace di unire i giovani laddove la storia aveva diviso». Su posizioni simili Giacomelli, che ha citato il discorso del presidente Mattarella in occasione del Giorno del Ricordo dell’anno scorso.

Foibe, a Trieste le prime pietre d’inciampo in ricordo delle vittime


Quanto alle pietre, ieri alla stampa ne sono state mostrate sei. Due, uguali, sono dedicate a Vittorio Benussi, «poliziotto nato nel 1908 infoibato dai comunisti di Tito». Il secondo esemplare, è stato specificato, potrebbe essere regalato alla famiglia. Su un’ulteriore coppia di mattonelle è incisa una dedica alle «vittime del totalitarismo comunista di Tito in Istria Fiume Dalmazia». La quinta è per le «vittime dei comunisti di Tito durante l’occupazione di Trieste». La sesta ricorda che «qui abitava Norma Cossetto, studentessa nata nel 1920, stuprata, torturata, infoibata dai comunisti di Tito». Scoccimarro ha spiegato che l’auspicio è di collocare quest’ultima pietra davanti all’abitazione della ragazza, e cioè nella cittadina istriana di Visinada: a tal scopo FdI spera di avviare un’interlocuzione con gli enti locali croati. È stata inoltre annunciata l’intenzione di forgiare pietre in memoria di altri 10 poliziotti triestini che hanno subito la stessa sorte di Benussi. «Le pietre per i poliziotti potrebbero essere posate vicino alla Questura – ha affermato Lodi –. Un’altra in Porto vecchio, dove ci sono anche le masserizie».

L’idea è stata condivisa con le associazioni degli Esuli? «Non ancora». Il tutto è ad ogni modo negoziabile, come specificato dalla stessa Lodi: «Ho attivato gli uffici comunali, la prossima settimana ci sarà una delibera in giunta e quindi si procederà all’installazione, dopo un confronto con il sindaco Dipiazza».

Il sindaco però non ne sapeva niente. Contattato telefonicamente per un commento sulla futura sistemazione delle pietre, ha rivelato di aver appreso la notizia dal web: «Di solito prima di fare queste cose si avvisa il sindaco. Ma visto che ormai l’han fatta, allora che se la facciano». Cosa accadrà la prossima settimana in giunta? «Io non so nulla: sono a casa da giorni con la febbre e capisco che magari è per questo. Ma la Comunità ebraica si è sempre comportata diversamente, concordando anticipatamente le cerimonie». Nel frattempo Giorgia Meloni (attesa lunedì 10 febbraio a Basovizza) ha annunciato che FdI riproporrà l’iniziativa «anche in altre città e regioni». —


 

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