Pienone a Trieste per la lezione di Philippe Daverio
TRIESTE «Sarò breve», ha esordito Philippe Daverio, riccio scapigliato e papillon come firma. «Voi più tardi dovrete infatti bere l’aperitivo, che a me è già stato somministrato: bisogna porre rimedio a questa ingiustizia sociale».
L’irrefrenabile verve del volto di Passepartout ha attirato alla Stazione marittima centinaia di persone, come falene attorno al suo bagliore intellettuale, emanato in occasione della lectio magistralis “Spaghetti versus Kartoffeln”. Studentesse pettinate e anziani in giacca e cravatta. Famigliole e gruppi di amici. A decine si sono messi in fila un’ora prima dell’appuntamento delle 18. Qualcuno ha bisticciato all’ingresso, per questioni di priorità: «Ero qua dalle cinque», ha rivendicato. «Pure noi – si è sentito rispondere – ma poi ci siamo accorte di aver lasciato i biglietti in auto».
Intanto alcune signore intente a parlottare del più e del meno si beccavano un’occhiataccia da un giovane con lo zaino in spalla, in coda dietro di loro; probabilmente uno storico dell’arte. Sono accorsi da tutta la regione, ignari del fatto che gli inviti erano andati esauriti il giorno stesso dell’emissione: «No podin entrà», si è sentito dire in una lingua friulana dai toni allarmati. Daverio in persona ha notato la ragguardevole affluenza di pubblico: «davvero Trieste ha così tanti abitanti?», ha domandato.
L’atmosfera brillante ha contagiato pure l’assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti che, durante il suo indirizzo di saluto, ha detto: «Vi ringrazio per essere tutti qui per me». Torrenti ha poi ricordato che «Daverio ama la nostra regione; una delle sue ultime volte a Trieste era proprio in un circolo velico». Il gallerista ha quindi dedicato la «chiacchierata» al prefetto di Trieste Annapaola Porzio, presente in sala, in quanto «una volta non c’erano prefetti donne. Vorrei un parlamento di soli uomini, occupati in chiacchiere, e un governo di sole donne, in grado di fare le cose». Il critico ha così introdotto il suo intervento: Maria Teresa d'Austria madre di quella modernità che ella stessa, è il caso di dirlo, ha nutrito. Ha detto Daverio: «La noce di burro nello spaghetto al pomodoro, quanto di più meridionale esista, è dovuto a sua figlia Maria Carolina, regina di Napoli e di Sicilia: furono gli Asburgo a esportare nel meridione d’Italia la passione mitteleuropea per le panne». Sorte simile toccò al latte di bufala: «questa strana bestia cominciò a essere allevata in seguito alla rivoluzione fisiocratica del 18esimo secolo. Bisognava far mangiare le masse, genitrici di futuri soldati: prima l’abbinamento pomodoro-mozzarella non esisteva».
E le “kartoffeln”? «I prussiani capirono che, se cotte, sono commestibili e soprattutto distillabili: così nacque la prima “Schnapps”, che ho bevuto in Polonia sotto il nome di Vodka». Ma la “sgnape”, anche se non di patate, c’è pure in Friuli Venezia Giulia. La lezione, il cui video sarà disponibile da lunedì 9 ottobre sui siti web del Piccolo (www.ilpiccolo.it) e della mostra (www.mariateresaetrieste.it), ha anticipato l’inaugurazione, oggi 6 ottobre, della mostra “Maria Teresa e Trieste”. Il catalogo sarà in vendita dal 12 ottobre.
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