Piccole schiave, condannato il “padrone”
Otto anni e 11 mesi a Giovanni Duric: aveva assoggettato e costretto a rubare due ragazzine del clan
TRIESTE. Otto anni e 11 mesi. È questa la condanna inflitta a Giovanni Duric, il nomade di 37 anni con passaporto croato accusato di aver ridotto in schiavitù due ragazzine del suo clan, una delle quali pare essere sua figlia. A pronunciare la sentenza è stata ieri la Corte d’assise presieduta da Filippo Gulotta. Il pm Federico Frezza al termine della sua requisitoria aveva chiesto una pena complessiva di 17 anni e 7 mesi di carcere. Assolta la moglie Silvana Velicovic sulla quale pendevano le medesime imputazioni.
In particolare Giovanni Duric, assistito dagli avvocati Lucio Calligaris e Luca Maria Ferrucci, è stato condannato a 6 anni e 9 mesi per l’accusa della riduzione in schiavitù e per una serie di furti di cui è stato ritenuto il mandante e a 2 anni e 3 mesi per aver partecipato a una rapina messa a segno a Padova.
Le ragazzine, anch’esse nomadi e del tutto analfabete, erano completamente assoggettate alla sua volontà. Non avevano alternative di vita. Quella ritenuta più esperta e capace come ladra era stata venduta per 200mila euro a un altro clan. Nella requisitoria il pm Frezza ha ricordato che «l’imputato durante la detenzione al Coroneo ha cercato di sviare le indagini, creando prove false con l’aiuto dei parenti con cui si incontrava. Ha cercato anche di far intimidire una testimone e utilizzato i colloqui per vendere una ragazzina del clan. Per questo motivo non merita la concessione delle attenuanti generiche».
Le due ragazzine avevano iniziato a rubare dopo essere state asservite totalmente alla volontà di Duric che aveva fatto di loro la propria longa manus. Sempre secondo l’accusa, le ragazzine erano indispensabili al clan in quanto costituivano, attraverso la commissione di furti, il principale mezzo di sostentamento della comunità.
Come ha osservato il pm, infatti, «Duric non ha alcuna fonte di reddito e vive esclusivamente di fatti illeciti che viene a commettere in Italia. Viene nel nostro Paese all’unico scopo di perpetrare furti, il buonismo sarebbe sprecato e fuori luogo. Duric è un delinquente di professione, privo di valori etici apprezzabili: per commettere reati utilizza minorenni a cui in questo modo ruba l’adolescenza».
Nella scorsa udienza Duric aveva chiesto e ottenuto di prendere la parola. «Le accuse sono false, sono una brava persona - le parole pronunciate in tribunale - Non ho mai mandato i miei figli a rubare e nemmeno alzato le mani contro di loro». Il difensore Luca Maria Ferrucci al termine dell’udienza si è limitato a dire: «Siamo ansiosi di leggere le motivazioni e di verificare come mai la moglie dell’imputato, che aveva le stesse accuse, è stata prosciolta». (c.b.)
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