Picchiava la moglie, ora dovrà mantenerla
TRIESTE È finito un incubo per una trentenne di origini irachene, residente a Trieste, che il marito quarantenne picchiava da anni. Il gip Luigi Dainotti ha ordinato a carico dell’uomo, anche lui iracheno, il divieto di avvicinamento dalla coniuge e l’allontanamento immediato dall’abitazione.
Non solo. Lo stesso decreto stabilisce che il compagno dovrà versare mensilmente 600 euro alla moglie che maltrattava. E subito, senza attendere eventuali separazioni in sede civile. Una decisione, questa, presa infatti già per via penale dopo le indagini del pm e la misura cautelare del gip.
In palazzo di giustizia ordinanze di questo genere non sono così frequenti. Ma stavolta, tanto più dinnanzi alla presenza di un figlio minore, il giudice ha constatato che per proteggere la trentenne non solo doveva togliere il suo carnefice da casa, ma era necessario garantirle il sostentamento quotidiano visto che l’unica entrata in famiglia era rappresentata dallo stipendio del marito. D’altronde, come emerso in numerosi studi sulle dinamiche delle violenze domestiche, uno dei motivi per cui le donne maltrattate preferiscono non denunciare è perché – oltre alla paura di ritorsioni o l’incapacità di uscire dalle logiche di coppia – non sanno dove andare e come mantenersi.
Ma questa volta la trentenne irachena ha denunciato. E ciò che ha riferito alle forze dell’ordine racconta di una relazione vissuta nel terrore.
Secondo quanto riportato nei verbali, il quarantenne picchiava la moglie con pugni, la minacciava di morte e le controllava a piacimento il telefono. Le scene di gelosia, immotivate, erano quotidiane.
Ma la donna non poteva nemmeno gestire il denaro autonomamente. Era l’uomo a stabilire di quanti soldi poteva disporre e quanto le era permesso spendere. Le cifre spesso erano assolutamente insufficienti per le esigenze familiari.
In questi ultimi due mesi la situazione è peggiorata. A metà marzo il marito ha picchiato la moglie afferrandola per i capelli e sferrandole un pugno al volto. Il colpo ha causato una vistosa ferita all’arcata sopraccigliare che è rimasta visibile per settimane. E che le foto, allegate alla denuncia, documentano. È invece il 2 aprile quando la trentenne riceve sul telefonino un messaggio con queste parole: «Domani sei già morta».
Il quarantenne pestava non solo la coniuge ma pure il figlio, come dimostrato da almeno un referto medico.
Il quadro che emerge sulla personalità dell’indagato è chiaro: un violento, incapace di controllarsi, geloso e spesso ubriaco.
I 600 euro mensili che l’uomo deve garantire ora alla donna saranno versati attraverso gli assistenti sociali del Comune. —
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