Piazza Unità negata al Gay Pride. Opposizioni contro l’esecutivo

I pentastellati: «Un gesto disdicevole e grave da parte dell’esecutivo». Morena di Open invoca i principi di uguaglianza della Costituzione 

il caso

Sdegno e rabbia. Il Movimento 5 stelle e Open Fvg vanno all’attacco della giunta comunale dopo la decisione di non concedere piazza Unità agli organizzatori del Pride Fvg per concludere la sfilata dell’8 giugno allestendo un palco per dei concerti e un dibattito.

«Quest’anno – spiega con una nota congiunta il gruppo 5 stelle in consiglio comunale – sarà Trieste ad ospitare il Pride e sarà la prima volta nella storia. La manifestazione è pensata come una manifestazione diffusa e includerà numerosi eventi come mostre, momenti di aggregazione, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, dibattiti, concerti e performance artistiche, inerenti alle tematiche Lgbtqia. Tutti gli eventi sono orientati alla sensibilizzazione e a diffondere una cultura d’inclusione e rispetto per la diversità. La scelta della giunta di negare l’occupazione di suolo pubblico per la festa finale, perché “non è coerente con l’indirizzo politico”, dimostra ancora una volta nei fatti che l’orientamento dell’esecutivo è l’unico considerato degno di essere preso in considerazione e, nel contempo, che c’è davvero bisogno del Pride a Trieste».

Secondo i pentastellati «disporre dello spazio pubblico per negare ad una parte della cittadinanza il diritto di manifestare è un gesto disdicevole. Ospitare il Pride significa mostrare una società accogliente, che non teme, ma anzi valorizza la diversità qualunque essa sia e combatte contro i pregiudizi: atteggiamento che evidentemente non possiamo aspettarci da questa giunta che non perde occasione per dare invece segnali di una chiusura oscurantista».

A rincarare le accuse è Sabrina Morena, consigliera comunale di Open Fvg: «È vergognoso che la giunta di Trieste abbia negato la concessione della piazza Unità al Pride, una manifestazione che ha l’obiettivo di lottare contro tutte le discriminazioni. Anche se gli amministratori di centrodestra hanno vinto le elezioni non possono pensare che sono gli unici in città e che possono imporre la loro visione del mondo agli altri. In nome della “famiglia tradizionale” si discriminano apertamente altre persone. Ricordo che la Costituzione contiene il principio di uguaglianza». —

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