Piazza Unità, basta raduni. Via libera solo ai grandi eventi
TRIESTE Raduni di quad? Addio. Sfilate di auto storiche e cabrio di lusso? A mai più rivederci. Piazza Unità cambia registro e, dopo aver accolto per anni appendici di sagre paesane, gare sportive, ritrovi folkloristici poco in sintonia con la sua aristocratica bellezza, si prepara a chiudere le porte.
A partire dal prossimo inverno, vale a dire una volta smaltita la coda di manifestazioni autorizzate dalla precedente amministrazione, i criteri di ammissione dei futuri eventi ospitati all’ombra del Municipio verranno completamente rivisti. In che modo lo stabilirà una nuova direttiva d’indirizzo, pronta ad approdare all’attenzione della giunta. Primo atto di quella che si annuncia una mini-rivoluzione, all’insegna del decoro, nella gestione degli appuntamenti nel salotto buono di Trieste.
«Con il massimo rispetto, il raduno dei quad di sabato scorso non mi sembrava proprio adeguato a un contesto come piazza Unità - spiega Roberto Cosolini -. Questo non vuol che simili iniziative non debbano essere organizzate. Semplicemente è necessario destinare loro spazi e luoghi diversi».
Di qui il deciso cambio di rotta deciso dall’amministrazione: «D’ora in avanti - prosegue il sindaco - piazza Unità, così come piazza Verdi, sarà utilizzata solo per cerimonie istituzionali, come le commemorazioni del 2 giugno e del 3 novembre, e per eventi di grandissimo rilievo (è il caso di concerti di artisti di punta in grado di attirare migliaia di persone). Eventi che andranno però dosati con parsimonia. Le manifestazioni che non rientreranno in queste due categorie, invece, verranno trasferite in altri spazi, ad esempio la rinnovata piazza della Borsa per la quale comunque varranno indicazioni altrettanto rigorose: la presenza di gazebo e bancarelle, per esempio, sarà autorizzata solo in occasione di kermesse importanti come la Barcolana».
La lotta allo stand selvaggio, tra l’altro, non interesserà solo le tre piazze più a ridosso del Comune. Il giro di vite, infatti, si farà sentire anche in altri punti del centro storico. «Vogliamo limitare le fiere di strada, anche nell’interesse del piccolo commercio - continua Cosolini -. Per questo chiederemo agli organizzatori di lasciare zone particolarmente gettonate come Sant’Antonio e Ponterosso e accettare siti alternativi. Si potrebbero immaginare mercati a rotazione, da organizzare di volta in volta a San Giovanni, Roiano, San Giacomo. Del resto se queste sono davvero manifestazioni attrattive, riusciranno ad attrarre clienti anche in periferia».
Gli amanti delle bancarelle, comunque, non si disperino: il centro non diventerà completamente off-limits per i mercatini. «Quello di Natale attorno a Sant’Antonio per esempio, rimarrà ma sarà ridimensionato – conclude Cosolini -. Così come verranno regolamentati tutti gli eventi, penso alla rassegna “Sotto lo stesso cielo” organizzata di recente in Ponterosso, che prevedono spettacoli serali. In questo caso le kermesse non potranno durare più di 4 giorni, per non abusare della pazienza dei residenti».
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