Piazza Transalpina Attrazione dimenticata

Doveva essere il simbolo dell’integrazione e dell’abbattimento del “muro” tra Italia e Slovenia ma i turisti stentano a trovarla, è usata come posteggio
Di Francesco Fain

Piazza Transalpina: già estrema periferia dell’Unione europea. Altro che simbolo dell’integrazione e della collaborazione fra Italia e Slovenia, fra Gorizia e Nova Gorica: quello spazio simbolico è, pressoché, inutilizzato. Dimenticato. «Puntate solamente sul Castello e dimenticate la Transalpina». Quante volte, il centrosinistra (ma anche tanti cittadini) ha attaccato l’amministrazione comunale sulle politiche turistiche “sbilanciate” verso il maniero? E, in effetti, un po’ di ragione l’opposizione ce l’ha.

Zero manifestazioni,

nessuna promozione

Quel piazzale avrebbe dovuto simboleggiare l'inizio di una nuova storia di amicizia e di collaborazione fra Italia e Slovenia. Ma la realtà è un'altra. Da piazza simbolo della nuova Europa, la Transalpina sta diventando un luogo dimenticato in cui molte (troppe) volte la fanno da padrone le... automobili. Sì, la Transalpina si sta trasformando in un triste parcheggio: un’area di sosta per le auto di chi va nel bar vicino, in Slovenia, per sorseggiare un caffè o bersi una birretta.

Una trasformazione avvenuta nel breve volgere di pochissimi anni. È una parabola discendente quella del suggestivo piazzale con il mosaico al centro: piazzale che sarebbe dovuto diventare una delle principali (se non la principale) attrazioni turistiche della città e oggi, a malapena, viene inserita fra la mète degne di una visita, magari anche fugace. Oggi quell'esteso piazzale non è affatto un salottino. Tutt'altro. E non è nemmeno quella mèta continua di turisti come sarebbe potuta diventare con un'adeguata azione informativa e di marketing. Figurarsi: l'adiacente albergo "Alla Transalpina" è chiuso da parecchio tempo e questo non è certamente un gran bel segnale. Inoltre, mancano iniziative, spettacoli, manifestazioni transfrontaliere, fatta eccezione per l’incontro dal titolo "Eurohpe" che si svolgerà sabato 21 maggio dalle 16.

La battaglia

dei matrimoni

«Bisognerebbe puntare di più su questa piazza anche da un punto di vista turistico: si potrebbe pubblicizzarla come il "luogo della caduta del confine" con ovvi benefici», l'osservazione di un gruppo di turisti che abbiamo incontrato ieri mattina.

A più riprese, l'opposizione (nella fattispecie il vulcanico consigliere comunale di Sinistra e Libertà Livio Bianchini ma anche i portacolori del Forum per Gorizia) ha chiesto al Comune di sfruttare quegli spazi che, nei giorni della caduta del confine, erano stati al centro dell'attenzione internazionale. Prima è venuta la richiesta di organizzare lì il Capodanno: una festa realmente transfrontaliera. Poi, la proposta di celebrare in loco un matrimonio: un matrimonio europeo in un luogo indiscutibilmente... europeo. Niente da fare. Sulla Transalpina è calato l'oblio. Lì, i matrimoni... non s’hanno da fare.

«Quella piazza è stata abbandonata - taglia corto l'esponente di sinistra Livio Bianchini -. In uno dei prossimi consiglii comunali rivolgerò la solita interrogazione al sindaco Romoli in cui gli chiederò se è giunto il momento, finalmente, di considerare l'area della Transalpina "casa comunale". La mia battaglia riprende vigore dopo la decisione del Comune di Monfalcone di utilizzare la Rocca per la celebrazione dei matrimoni. Imitiamo la città dei cantieri. Sono sicuro che sarebbero parecchie le coppie da tutta Italia che sfrutterebbero tale location. Chiaro che, prima, la piazza deve essere valorizzata e tornare ad avere un ruolo vivo e pulsante perché questa è un'eccezionale risorsa buttata via per ragioni ideologiche. Cosa intendo dire? Non giriamoci troppo intorno. C'è un'amministrazione di centrodestra al Governo della città e non vede di buon grado la Transalpina».

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