Piazza Ponterosso, cambia il mercatino: prodotti tipici e fiori intorno alla fontana

Entro un mese e mezzo via i vecchi punti vendita: saranno ricollocati in altre zone rionali
Diciotto banchi di vendita sistemati sui tre lati della piazza a ferro di cavallo, tutt’attorno alla fontana del «Giovanin» firmata nel 1753 da Giovanni Mazzoleni. Diciotto banchi dove per cinque giorni alla settimana - dal martedì al sabato con orario dalle 8 alle 14 - saranno in vendita soltanto fiori, frutta, verdura e altri agroalimentari, comprese le specialità del Carso e il pesce fresco. Ieri la giunta comunale ha approvato la delibera che dà il via all’iter che farà cambiare volto al mercato di piazza del Ponterosso, ultimo tassello del piano di riordino che sta portando le aree di vendita all’aperto in città - e nei vari rioni - dalle otto preesistenti alle previste undici.


Il documento giuntale passerà ora al vaglio delle circoscrizioni e successivamente del consiglio comunale chiamato all’ok definitivo. Così «entro un mese e mezzo - annuncia l’assessore al commercio Paolo Rovis - gli attuali banchi scompariranno per lasciare posto» alla nuova organizzazione. Come si diceva, a cambiare sarà sostanzialmente il tipo di merce che si potrà acquistare. In Ponterosso verranno venduti prodotti alimentari e «merceologie orto-floro-vivaistiche», recita la delibera, anche tipicamente locali: «Abbiamo tenuto varie riunioni con gli operatori del Carso», dice Rovis, interessati a vendere miele, vino, olio e altra merce prodotta nella provincia. Un giorno alla settimana ci sarà spazio anche per il pesce, giacché il Consorzio ittico - racconta Rovis - si è detto interessato a gestire uno dei banchi.


L’assegnazione dei posti avverrà comunque dopo un bando di gara che il Comune indirà nelle prossime settimane, e in base alla formula del bando ogni postazione potrà essere assegnata a più commercianti a rotazione nell’arco della settimana. Quanto ai commercianti che attualmente vendono in piazza del Ponterosso e la cui merce non rientra fra quelle vendibili nell’ambito della nuova organizzazione, per loro sono previste sistemazioni alternative: in piazza Foraggi, in piazza Puecher, a Opicina, in via Costalunga o in piazzale delle Puglie. Chi non tratta prodotti agroalimentari ma vorrà restare in Ponterosso potrà convertire la propria attività in modo da rientrare nel tipo di commercio previsto, dice Rovis.


Fin qui dunque il nuovo volto di piazza del Ponterosso, la cui realizzazione come si diceva andrà a completare il piano di riordino della rete dei mercati, che - precisano i dati del Comune - passa dai 244 posti rilevati al 30 giugno 2006 ai 337 previsti a regime. Nei prossimi anni poi la piazza - e dunque il mercato - potrebbero subìre un restyling di portata decisamente maggiore. Nel piano delle opere per il 2007 sono inseriti a bilancio 20 mila euro che il Comune utilizzerà per effettuare dei sondaggi mirati a capire se sotto l’asfalto vi sia del masegno da recuperare. Da definire poi l’intervento vero e proprio sulla piazza del Ponterosso, inserito nel programma di riqualificazione urbana dei borghi Teresiano e Giuseppino che punta a ridisegnare viabilità, zone pedonali e punti di connessione con il Porto Vecchio con lavori di valore globale stimato in nove milioni di euro.


Al momento, conferma l’assessore ai lavori pubblici Franco Bandelli, restano tutte da decidere modalità e tempistica di un eventuale intervento. Già mesi fa intanto il Comune ha chiesto alla Regione fondi con cui restaurare la fontana del Mazzoleni (79 mila 756 euro) e i 12 pali storici d’illuminazione (74 mila 175 euro). Nella piazza del Ponterosso, una volta riqualificata, il Comune - riprende Rovis - verificherà la possibilità di installare dei banchi di vendita fissi, in accordo con la Soprintendenza. Niente da fare al momento invece con l’ipotesi dei vecchi banconi di vendita utilizzati un tempo nell’ex Pescheria centrale e in seguito custoditi in un magazzino dei Civici musei. La capogruppo di An Alessia Rosolen tempo fa aveva presentato una mozione che mirava a ricollocarli in Ponterosso, ma «sono risultati inadatti allo scopo», dice Rovis.

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