Piazza Libertà è una latrina Pessimo biglietto da visita

Barboni sulle panchine, tutto sporco il retro del monumento a Sissi: è l’accoglienza per chi scende da treni e pullman. Omero: servono telecamere e operatori sociali
Foto BRUNI TRieste 05.10.2011 P.zza Liberta:girdinetti,bivacco e sporcizia
Foto BRUNI TRieste 05.10.2011 P.zza Liberta:girdinetti,bivacco e sporcizia

di Laura Tonero

Il monumento all’Esodo ridotto a un cassonetto della spazzatura. Quello dedicato a Sissi, pochi metri più in là, trasformato nella parte retrostante in un wc all’aperto. Immondizie, deiezioni, trascuratezza ovunque. E a due passi la stazione ferroviaria e quella dei pullman.

Piazza della Libertà è il peggior biglietto da visita che una città a vocazione turistica possa presentare. Sulle panchine soltanto balordi, ubriachi, senzatetto che spesso fruiscono del centro diurno di via Udine, della mensa della Caritas e dei Frati di Montuzza, ma che trascorrono il resto della giornata - o la nottata - su quelle panche gettandoci accanto bottiglie, lattine, sacchetti, cartacce.

Qualche mattinata fa due operai hanno sistemato dei ciclamini rosa nella fioriera al centro della piazza. Un tocco di colore che stride con il grigiore e la tristezza che lo circonda. Peccato ad esempio che le aiuole davanti all’autostazione siano abbandonate: erba secca e piante avvizzite. Turisti e residenti in piazza della Libertà non mettono piede. E se lo fanno, dopo due minuti si rendono conto della situazione e scappano. L’area è off limits per mamme o nonni con carrozzine e passeggini: in tre giorni di osservazione non se ne scorge nemmeno una.

Così, la prima impressione che un turista che arrivi in treno o in pullman si fa della nostra città non può essere che negativa. «Quando qualcuno mi ferma per chiedermi delle indicazioni – riferisce Lina Devetag, una residente – mi vergogno». Basta immaginare una persona che scende dal treno. Già la stazione ferroviaria, con tutti quei fori commerciali vuoti o mai affittati e con le sedie occupate da senzatetto, non ha un aspetto decoroso. Ma il peggio arriva all’uscita: un sottopasso che puzza di urina, una piazza insudiciata, brutte frequentazioni. Per non parlare di quelli che arrivano in pullman e che si trovano un pessimo servizio di accoglienza. «Io che risiedo da queste parti da anni non attraverso più questa piazza – racconta Marino Comar – mi fa ridere che si discuta del taglio degli alberi quando qui in pratica non ci mette più piede nessuno, se non dei balordi. Prima di pensare ai progetti, sarebbe il caso di farla rivivere».

Nella piccola piazzola alle spalle del monumento agli esuli l’erba è alta. Da almeno due mesi nessuno la cura. Le panchine alle spalle della Sala Tripcovich sono impraticabili: fungono da area mensa per gli slovacchi e i rumeni che dopo ore passate a mendicare tra le vie cittadine tornano in quello spicchio di piazza per bere e mangiare abbandonando i contenitori, le bottiglie di vetro e le lattine a terra. Gli operatori di AcegasAps stanno più tempo per ripulire quell’area che per spazzare il resto delle Rive. «Anche se puliscono – avverte Simonetta Batic che lavora in un locale affacciato sulla piazza – dopo poche ore tutto è di nuovo sporco».

«È vero che quell’area dovrebbe essere uno dei biglietti da visita di Trieste – commenta Fabio Omero, assessore comunale al Turismo - ma come in ogni città lo spazio davanti alla stazione ferroviaria è uno dei più brutti». Due le soluzioni avanzate dall’assessore: «L’installazione di telecamere di sorveglianza come proposto dal vicesindaco Martini – spiega – e un coinvolgimento degli operatori sociali che miri a fare un’attività di accompagnamento di queste persone con disagio».

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