Piazza Libertà a Trieste, il vescovo: «Col freddo servono soluzioni»

Il presule chiede la riapertura del sottopasso dopo la decisione del Comune. Il niet di Dipiazza: «I migranti vanno trasferiti»

Una foto di piazza Libertà. Lasorte
Una foto di piazza Libertà. Lasorte

Il cambio repentino delle temperature impone un'altra emergenza su piazza della Libertà. Alle persone migranti, che oggi dormono su quel fazzoletto di verde perché per loro non c'è ancora un posto nel sistema dell'accoglienza, tra poco non basterà più la coperta termica. Il vescovo Enrico Trevisi invita «a mettersi tutti intorno a un tavolo per cercare una soluzione», e ritiene che per dare intanto un minimo di riparo a chi non ha un tetto serva «riaprire il sottopasso, è una questione di civiltà» e «riposizionare i servizi igienici». Il passaggio sotterraneo al quale fa riferimento è quello chiuso da mesi e che collega la piazza con la Stazione ferroviaria. Il sindaco Roberto Dipiazza non ci pensa minimamente: «Non è possibile riaprire quel sottopasso, anzi, adesso proprio lo chiudo in maniera più efficace: i cittadini hanno visto in che condizioni era stato ridotto».

Per Dipiazza la soluzione per quella piazza passa attraverso «i trasferimenti, che nelle scorse settimane hanno coinvolto 40 persone, e a breve delle altre: la città non è in grado di sopportare questi numeri, non possiamo accogliere all'infinito, l'accoglienza diffusa si è dimostrata un fallimento».

Lo scorso anno, accendendo fuochi, molti migranti si riparavano tra lo squallore e la sporcizia e del Silos. Quella però non poteva certo essere la soluzione. Nei recenti giorni di pioggia, si sono riparati sotto la pensilina della Stazione. Un assaggio di quello che accadrà quando il freddo sarà più pungente.

«Una soluzione come Chiesa, da soli, non riusciamo a darla», così il vescovo, che incoraggia a costituire «un tavolo per trovare una proposta, cercando di capire che tutti vogliamo il bene comune, il bene della città, che è il bene delle persone che hanno la residenza a Trieste ma anche di quante vi transitano».

Lo scorso inverno la Diocesi, attraverso la Caritas, ha aperto un dormitorio per migranti nella parrocchia di via Sant'Anastasio. Doveva essere una soluzione di emergenza, diventata ormai strutturale, «ma mi rendo conto che ora serve qualche altra proposta», osserva Trevisi.

I servizi igienici che il Comune aveva sistemato in piazza Libertà sono stati danneggiati. «È vero – constata il vescovo – ma quando c'è l'uso da parte di centinaia di persone può succedere che le cose vengano anche vandalizzate come, ahimè, succede per altre questioni della città». Avanzando la proposta di riaprire il sottopasso – inutilizzato dai cittadini da quando è stato istituito il nuovo attraversamento pedonale – il vescovo immagina potrebbero essere «coinvolte le associazioni già impegnate su quella piazza, con l'impegno a mantenerlo pulito».

Il sindaco Dipiazza invece reputa che «se lascio il sottopasso aperto, ci metterebbero dentro i materassi e ci andrebbero a dormire, diventerebbe una cosa ingestibile». Contrario alla soluzione prospettata da qualcuno di recintare la piazza «perché semplicemente si sposterebbero altrove», il primo cittadino intende andare avanti «oltre che con i trasferimenti, con più posti a Campo Sacro, e facendo in modo che le associazioni non vadano più in quella piazza a portare loro di tutto e di più». Perché l'attività delle associazioni in piazza della Libertà, per il sindaco «funge da attrattore, anche per senzatetto che sono arrivati da fuori Trieste perché sanno che lì trovano conforto»

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