Piano straordinario per il Pronto soccorso, i sindacati bocciano l’opzione raddoppio
TRIESTE Il piano d’emergenza messo a punto da Regione e vertici AsuiTs per far fronte ai disagi legati al blocco di lavori a Cattinara non supera l’esame dei sindacati. I rappresentanti dei lavoratori, infatti, bocciano il previsto ampliamento del Pronto soccorso destinato, secondo quanto annunciato dall’assessore alla Sanità Riccardo Riccardi e dal commissario AsuiTs Antonio Poggiana, a inglobare anche gli spazi al piano superiore. Ampliamento a loro dire insostenibile, almeno fino a quando gli organici rimarranno quelli attuali. «Un allargamento senza personale è impensabile - afferma Fabio Pototschnig segretario della Fials Confsal spiega - . Tra l’altro, al momento, non è chiaro come si intenda realizzare il progetto annunciato, visto che sopra il Pronto soccorso funzionano le sale operatorie, la rianimazione e la recovery room. So che stanno studiando un piano, ma mi sembra poca roba rispetto alle difficoltà. In ogni caso non si può prescindere da un aumento del numero di infermieri e operatori sanitari, che dovranno monitorare i pazienti. Il dato più preoccupante - conclude - è che ormai è stato accertato che i lavori resteranno fermi a lunghi, con disagi pesanti per tutti».
Anche per Rossana Giacaz della Cgil serve un intervento sul personale «soprattutto se si dividono i pazienti su due piani. Una soluzione potrebbe essere quella di potenziare il Centro Prime cure del Maggiore, anche temporaneamente, aumentando i medici. Ci aspettiamo che Riccardi capisca la situazione di emergenza in cui versa la sanità triestina e attendiamo anche un segnale dalla politica locale visto. Per questo - aggiunge - abbiamo scritto al sindaco chiedendo un incontro pubblico per chiarire la situazione, ma non c’è stata risposta».
Mario Lapi della Cisl parte dagli accessi: «Ogni giorno ci sono 220-230 persone. Una parte consistente arriva anche dalle case di riposo con problemi che andrebbero risolti direttamente sul territorio, ma anche in questo caso manca il personale. Il Maggiore potrebbe anche alleggerire Cattinara dai codici bianchi, resta però il problema del personale che oggi è ridotto all’osso».
«Mi chiedo se ci siano delle responsabilità anche nelle precedenti gestioni di AsuiTs - aggiunge Matteo Modica della Fsi-Usae -, visto che sono stati svuotati cinque piani e ora i lavori sono fermi. Scegliere di smistare i pazienti per Cattinara con il numero attuale di personale mi pare una soluzione decisamente difficile».
Quello del personale è il tema centrale anche per la Uil con Luciano Bressan, che aggiunge: «Siamo infastiditi anche dalla volontà di portare via gente dall’Isontino dove la situazione è altrettanto complessa. Una persona è già stata sposata (Franco Cominotto era primario a Gorizia e ora si sta occupando di studiare la riorganizzazione del reparto di Cattinara e la fusione giuliano isontina, ndr), ma questa non può essere la soluzione».
Anche il personale medico non è soddisfatto del clima. «Registriamo - specifica Claudio Illicher del Cimo - ancora una volta un quadroa segnato da opacità e assenza di chiarezza. Non si capisce quale sia il problema del cantiere: lo scorso ottobre parlando con due operai in ascensore mi avevano anticipato delle criticità sulla staticità, ma cosa significa? Quando Riccardi poi dice che le persone non sono state educate all’utilizzo della sanità mi chiedo dov’era negli ultimi 20 anni quando ha governato Forza Italia.
Su questo aspetto però - aggiunge - siamo tutti colpevoli visto che non è stato mai spiegata al cittadino la differenza tra diritti e pretese. Oggi ci troviamo con una sanità che non ha più risorse. Aggiungo anche che Cattinara è in totale stato di abbandono con un atrio dove c’è una fontana spenta da due mesi, i cestini il sabato che traboccano, sporco ovunque. E questa è responsabilità di Poggiana e di tutti i vertici attuali».
Tiziana Salviato dell’Anaao Assomed parla di una situazione preoccupante a livello generale. «Il Pronto soccorso è l’anello debole di un ospedale che non funziona. Tutto deriva dalle gestioni passate di AsuiTs con la mancanza di una programmazione che oggi si paga. Per i medici ospedalieri - conclude - non c’è la possibilità di fare carriera e gli incarichi sono i peggio pagati in regione, quindi chi può scappa verso altre strutture». —
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