Piano salva-Coop: trattativa per le “Torri”

Svelati i dettagli della contrattazione con Coop Nordest: 70-80 milioni per l’immobile. Dipendenti, riduzione meno pesante
Il centro commerciale Torri d'Europa
Il centro commerciale Torri d'Europa

L’immobile delle Torri d’Europa ceduto in blocco: non solo l’ipermercato ma l’intera galleria commerciale. È questo il jolly che Maurizio Consoli, il commissario giudiziale nominato dal Tribunale, ha messo sul tavolo nella trattativa avviata con Coop Nordest per il salvataggio delle Cooperative operaie. È una trattativa partita daccapo, rispetto a quella che già le Coop Nordest avevano intavolato con i (destituiti) vertici delle Coop operaie prima dell’intervento della magistratura. In ballo ora ci sono le Torri intere, ma non solo: l’impegno finanziario di Coop Nordest diventa più rilevante («migliorativo», per Consoli). Si ipotizza anche un numero maggiore di negozi periferici da cedere (nel vecchio piano erano 25) e una riduzione di personale stimata attorno al centinaio di unità. Tante, rispetto agli oltre 650 dipendenti: meno però di quanto inizialmente pensato.

«Un piano di salvataggio di 60 milioni»
Un punto vendita Coop

Quella che si chiude è stata una settimana di stretti contatti. Fulcro della nuova trattativa, come detto, le Torri: «Questa ipotesi - scrive Consoli nella relazione depositata in Tribunale - sembra delinearsi nei termini di un possibile corrispettivo complessivo comprensivo della merce e dell’avviamento commerciale dell’ordine di 70, 80 milioni di euro». A questo denaro si aggiungerebbero titoli per altri 30 milioni già di proprietà delle Coop operaie utilizzati a garanzia delle fidejussioni. Come fa notare Consoli, se prima il piano non sarebbe stato sufficiente a salvare le Coop (lo aveva riconosciuto anche Paolo Cattabiani, presidente delle Coop Nordest, ascoltato dai pm) ora, a queste nuove condizioni, potrebbe esserlo. Come scrive Consoli, «qualora l’ipotesi di intervento trovasse completa attuazione appare realizzabile una prospettiva di pagamento dei debiti delle Cooperative operaie in termini molto significativi».

Seghene: «Le mie colpe? Dovevo controllare di più»
Augusto Seghene ieri al Piccolo (Foto Bruni)

Il consiglio di amministrazione di Coop Nordest si è riunito venerdì per discuterne. Nell’operazione dovrebbe intervenire anche un’altra struttura cooperativistica collegata. Lo scopo è quello di acquisire i rami d’azienda rappresentati da gran parte dei punti vendita e dai principali immobili delle Cooperative operaie, nonché dalle società immobiliari controllate Cotif Srl e Folium Srl. Il piano è stato oggetto anche di riunione tenuta nei giorni scorsi con il procuratore capo Carlo Mastelloni, i pm Frezza e Tripani, la presidente della Regione Debora Serracchiani e il suo vice Sergio Bolzonello. Al momento invece non sono chiare la sorte del centro direzionale di via Caboto né quella dell’ipermercato di Fiume. L’immobile di piazzale Atleti d’Italia è oggetto di una trattativa separata. Esistono poi ulteriori unità immobiliari non adibite ad attività commerciali a Trieste nel patrimonio delle Cooperative operaie.

L’amministratore giudiziario intanto ha avuto dal Tribunale l’autorizzazione «a richiedere le necessarie forniture di beni e servizi per assicurare quotidianamente ai punti vendita i prodotti da commercializzare nella misura ordinaria». Consoli ha anche ottenuto «la disponibilità dei principali fornitori a proseguire la somministrazione, a fronte del pagamento - esclusivamente - dei beni e servizi la cui fornitura è stata richiesta dall’amministratore giudiziario». Gli scaffali insomma non restano vuoti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo