Piano in tre mosse per rinforzare gli asili nido a Trieste

La fame di posti negli asili per la fascia 0-3 anni porta il Comune a puntare su nuovi spazi a San Giovanni e Roiano, altre convenzioni e rete domiciliare
Bambini all'asilo nido
Bambini all'asilo nido

TRIESTE Nuove strutture, convenzioni con i privati e sperimentazioni domestiche. La fame di asili nido, ben nota a mamme e papà, entra a pieno titolo nelle politiche della giunta. Sono gli ultimi numeri in mano all’assessorato all’Infanzia guidato da Angela Brandi ad aver spinto il Comune a tratteggiare un piano di intervento per il prossimo quinquennio. I dati, infatti, confermano un problema strutturale di liste di attesa in particolare per la fascia 0-3: a fronte delle 1026 domande presentate per quest’anno scolastico, ben 393 bambini sono rimasti fuori. Il 38%, come risultava fino al 22 settembre. Difficoltà che invece non si riscontrano nelle scuole d’infanzia (fascia 3-6), dal momento che sulle 914 richieste pervenute agli uffici, appena in 37 non hanno trovato spazio; un numero, assicura Brandi, che le scuole statali riescono facilmente ad assorbire.

L’assessorato ha dunque deciso di correre ai ripari accelerando innanzitutto con i progetti immediatamente cantierabili per le famiglie che devono gestire un bebè. Con San Giovanni, in primis, insieme a Roiano-Barcola uno dei due rioni della città completamente sguarnito di spazi adeguati per i bimbi. Qui la giunta intende affiancare alla futura scuola materna “Nuvola Olga” di via della Cave, la struttura in corso di ultimazione che a gennaio sostituirà il vecchio prefabbricato, pure un nido. Due le possibilità: o si aggiunge un ulteriore spazio oppure, annuncia Brandi, si sistema l’ex caserma Chiarle di via delle Docce che si trova nello stesso comprensorio così da creare tra i 40 e gli 80 posti in più.

 

A Trieste è caccia al posto in asilo nido: resta fuori un bimbo su due
Quattro bimbi all'asilo nido

 

L’assessore ha già incaricato i tecnici di preparare un progetto. «A San Giovanni non basta la nuova materna - rileva Brandi - serve anche un asilo nido, visto che il quartiere ne è sprovvisto e c’è molta richiesta. Intendiamo procedere subito o con l’una o con l’altra ipotesi». Anche a Roiano è previsto un asilo per la fascia 0-3: una costruzione capace di ospitare una quarantina di bambini che rientrerà nella più ampia riqualificazione dell’ex caserma di polizia. Pronto a partire pure un progetto per allargare l’asilo di largo Nicolini che oggi riesce ad accogliere soltanto 26 bambini. «Sono pochi, lì è possibile ingrandire la struttura e lo faremo», ragiona l’assessore. «Dobbiamo darci da fare - osserva - incentivando più soluzioni possibili, visto che tra le politiche della giunta Dipiazza c’è proprio la creazione di nuovi posti per i bimbi dagli 0 ai 3 anni. Trieste ha carenza di strutture e le liste di attesa sono troppo elevate».

Ma i tre nuovi edifici non basteranno a coprire l’intero fabbisogno. Ecco allora che la giunta si rivolgerà ai privati aumentando le convenzioni con nuove strutture. Le tredici attuali, che possono contare su una capienza di 459 unità, riservano appena 176 posti per il Comune. «Nel giro dei prossimi cinque anni - annuncia Brandi - apriremo nuovi accordi». Stesso discorso per i “servizi integrativi”, gli spazi gioco che fungono da asili a orario ridotto. Non solo. È nelle intenzioni della giunta allargare pure la rete di “nidi a domicilio”, gestiti da privati direttamente nelle proprie abitazioni. «Pubblicizzeremo questa opportunità, che di per sé è anche imprenditoriale - sottolinea Brandi - affinché chi è interessato possa farsi avanti». Sono 14 ad oggi gli alloggi che ospitano bambini, per una settantina di posti disponibili. I requisiti, indicati nella legge regionale n. 20 del 2005, sono sottoposti al vaglio del Comune che verifica le caratteristiche tecniche degli edifici, tra cui la metratura e l’igiene. Ogni alloggio non può accogliere più di otto bambini, mentre gli educatori possono limitarsi a seguire il corso di formazione regionale preposto. Per fare domanda di autorizzazione è necessario presentare la Scia, la segnalazione di inizio attività; saranno gli uffici del municipio, come detto, a occuparsi del sopralluogo. «Penso che tutti questi progetti serviranno ad alleggerire il fabbisogno e a diminuire le liste di attesa», conclude l’assessore comunale all’Infanzia. «La questione è tra le priorità di questa amministrazione».

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