Piano di ristrutturazione per lo Scoglio Olivi di Pola
POLA. Per lo stabilimento navalmeccanico Scoglio Olivi (nome ufficiale: “Uljanik Grupa”), uno dei colossi industriali della penisola, l’unica via da percorrere con l’obiettivo di uscire dalla crisi finanziaria è la ristrutturazione aziendale, preferibilmente con l’ingresso di un partner strategico che permetta la salvezza dei 6.500 posti di lavoro, inclusi quelli nel cantiere Tre Maggio di Fiume. Un numero in verità destinato a scendere in quanto ristrutturazione di regola è sinonimo di tagli del personale, finalizzati alla cosiddetta ottimizzazione della produttività.
Non si tratterà comunque di tagli forzati - queste le rassicurazioni date - ma si percorrerà la strada dei prepensionamenti: è questa la strada emersa nel corso della riunione della direzione aziendale con la leadership del Sindacato dei metalmeccanici. Si è trattato comunque di un incontro con strascichi polemici. Bruno Bulić, leader del sindacato dell’Istria e del Quarnero, oltre al fatto di non essere stato invitato al tavolo ha espresso il timore che alla fine l’attività cantieristica a Pola finisca per esaurirsi, a favore di una riconversione dell’economia sempre più rivolta al settore turistico.
Un ragionamento, il suo, in linea con il pensiero espresso anni fa dall’allora presidente della Regione Ivan Jakovčić sull’opportunità di trasferire lo stabilimento fuori dal centro città, dove si trova ora. «Timori assolutamente senza fondamento - ribadisce invece la direzione - si continueranno a produrre navi: in misura ridotta, ma di alto contenuto tecnologico». La direzione stessa ha annunciato che sta per inoltrare ai potenziali partner interessati, l’invito a partecipare ai programmi d’investimento dello Scoglio Olivi, con riferimento all’annunciata ristrutturazione di cui si è già parlato con il ministero croato dell’Economia e con le parti sociali.
Zagabria dal canto suo annuncia l’avvio delle consultazioni sul tema con la Commissione europea: il piano di ristrutturazione prevede infatti la partecipazione dello Stato, come ha richiesto soprattutto la politica istriana, preoccupata di dare stabilità al futuro dello Scoglio Olivi. E Bruxelles naturalmente è parte in causa: l’ostacolo è quello degli aiuti di stato regolati da rigide disposizioni comunitarie. Nell’attesa dell’agognata ristrutturazione emergono altri segnali della crisi sulla quale è stata richiamata l’attenzione in sede di parlamentare: oltre ai cospicui debiti da pagare ai fornitori, i salari non vengono più erogati con regolarità, il che dà adito a ulteriori preoccupazione.
Nonostante tutto, procede la costruzione del maxiyacht dal nome “Scenic Eclipse”, destinato a viaggi e crociere di lusso nonché alle spedizioni turistiche ai poli. (p.r.)
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