Piano casa regionale, ampliamenti fino al 20%
La Regione anticipa il governo: le nuove regole operative già dalla prossima estate
Trieste. Se a Roma gli ostacoli non mancano, Trieste va dritta per la sua strada. L’assessore regionale alla pianificazione territoriale, Federica Seganti, ha presentato ieri la bozza del piano casa del Friuli Venezia Giulia. La competenza primaria in materia di edilizia consente alla Regione di predisporre il proprio strumento senza dover attendere gli eventi nazionali.
«Abbiamo iniziato la predisposizione del testo a novembre sulla base di considerazioni che il governo sta facendo oggi e ci muoveremo secondo le tappe prefissate» ha affermato la Seganti nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano casa Fvg. Un piano che per alcuni aspetti ricalca quello voluto dal premier Berlusconi e il «filo diretto» Roma-Trieste potrebbe anche portare a modifiche in linea con quanto predisposto da Palazzo Chigi. «Tanti aspetti della proposta del governo sono già presenti nel nostro disegno di legge regionale - ha affermato l’assessore – e se arriveranno particolari suggerimenti dal governo o dalle altre regioni le verificheremo ma alla luce delle necessità del nostro territorio».
La bozza predisposta dalla giunta e già vagliata anche dalla maggioranza prevede la possibilità di ampliamento del 20% della cubatura per gli edifici residenziali lasciando inoltre libertà di intervento per il 10% della cubatura per quanto riguarda le pertinenza. «Partiamo dal presupposto che in Friuli Venezia Giulia l’80% della popolazione ha una casa in proprietà – ha spiegato la Seganti – ed il 40% ha una casa unifamiliare o bifamiliare. Con questo piano intendiamo facilitare le cose se qualcuno si trova nella necessità di cambiare gli infissi, di aggiungere una stanza o di costruire un garage piuttosto che una tettoia».
Per quanto concerne gli interventi in edifici non residenziali (complessi industriali o commerciali in particolare) la possibilità di estendere la superificie è ridotta al 5%. Con il nuovo codice regionale per l'edilizia, in Friuli Venezia Giulia sarà possibile avviare parecchie opere senza che sia necessario presentare la denuncia di inizio attività, che richiede circa 30 giorni per la progettazione più altri 30 per l'avvio dei lavori, e senza dover quindi sopportare i costi per documentazione e pratica amministrativa, con un risparmio che va dai 500 ai 2.000 euro e cresce sino a 8 mila euro se, invece della Dia, serve il permesso di costruire.
Saranno considerati interventi di attività libera quelli di manutenzione ordinaria (è il caso, già citato, degli infissi da cambiare), l’eliminazione di barriere architettoniche, le opere di bonifica in aree agricole, i raccordi per le utenze di acqua, luce e gas, la costruzione di verande, barbecue o depositi per gli attrezzi, le recinzioni di fondi privati, la realizzazione di strutture per attività ludiche e turistiche e gli interventi per il risparmio energetico come l’installazione di pannelli fotovoltaici o solari.
Il nuovo codice prevede inoltre l’istituto del silenzio assenso, invece del silenzio diniego, secondo cui se il comune non si esprimerà entro 60 giorni in caso di richiesta di permesso a costruire (la vecchia concessione edilizia) il progetto verrà considerato accettato e quindi si potrà procedere ai lavori. «È una delle novità importanti di una riforma che da un lato intende favorire i cittadini, garantendo loro tempi certi e procedure snelle - ha spiegato l'assessore - e dall'altro può diventare un volano per molte piccole e medie imprese che oggi fanno economia nel nostro territorio».
Dopo la predisposizione del testo, ore prenderà il via la fase di concertazione. Il prossimo 6 aprile la Seganti incontrerà le categorie e gli enti locali prima dell’approvazione della giunta regionale che l’assessore ha auspicato possa avvenire per la seduta del 23 aprile. A quel punto il testo sarà trasmesso al Consiglio regionale, in particolare alla IV commissione, presieduta da Alessandro Colautti, presente alla presentazione del piano casa regionale. «L’intenzione della maggioranza – ha affermato – è accelerare il più possibile l’iter del ddl in modo presentarlo già alla fine di giugno all’aula per l’approvazione definitiva».
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