Piano anti-casta a rilento Ed è caos sui vitalizi
TRIESTE Annunci e commissioni a raffica. Ma, stringi stringi, ad oggi l’elefante non ha partorito nemmeno il proverbiale topolino. La politica dell’adagio, insomma, vince in tutti i sensi.
Le prime promesse Scorrendo l’agenda del Palazzo, di tagli alla spesa pubblica si comincia a parlare già a luglio durante il voto sulla legge di assestamento di bilancio. È il caso dei ticket sanitari, all’epoca, a dominare però la scena. E dopo un blitz notturno sul comparto unico i consiglieri sono già con le infradito ai piedi e la questione dei costi della politica, che qualche coraggioso dell’Idv voleva infilare nella normativa, è rimandata a settembre. È Alessandro Corazza a metter becco nel prezioso scrigno dei privilegi della casta. Il dipietrista contestava il sistema di rimborsi macchina e vitto; fu così che si scoprì, curiosamente, che un consigliere regionale lavora suppergiù 10 giorni al mese per intascare un assegno di oltre 10 mila euro lordi, benefit esclusi. Il calcolo però considerava solo l’attività politica in senso stretto, vale a dire le commissioni e le sedute d’aula, tenendo fuori tutto il lavoro di anticamera. Ma tanto bastò per alzare il coperchio. Gli impegni di settembre Passa agosto e l’aula si ritrova a fare i conti con le sue promesse, vale a dire con almeno una decina di proposte di legge sulla riduzione di consiglieri, auto blu, vitalizi, assessori. Provvedimenti che giacevano nei cassetti del Palazzo da oltre un anno. Il resto è cronaca: la crisi dei mercati finanziari, i tagli di Tremonti, il pressing della stampa (Il Piccolo lancia la campagna “dimezziamoli”) e il discorso programmatico del presidente Tondo del 27 settembre. Tutto fa pensare a un ripensamento ai costi della spesa pubblica. Ma al momento, sulla carta, nulla è cambiato. Ora è una corsa contro il tempo: il Palazzo, che nel frattempo ha dato vita a una pioggia di tavoli, commissioni e comitati, ha deciso che entro novembre porterà in aula la legge-voto per diminuire i consiglieri. Proprio quella che potrebbe far cadere l’intero palco.
La corsa a ostacoli Per passare da 59 a 48 consiglieri, questo è l’accordo raggiunto dal Comitato ristretto, l’organismo si è dato una scadenza: tra una settimana sarà pronto un testo da votare in aula a fine mese, prima della Finanziaria di dicembre. È necessario però modificare lo Statuto regionale che, in quanto legge costituzionale, ha bisogno di una doppia lettura in Parlamento con tre mesi di distanza. Qui sorgono i dubbi: Idv e Gruppo Misto non credono che piazza Oberdan possa farcela entro questa legislatura, così come promesso. «Roma ha altre priorità – fa notare Corazza -. Partire dai consiglieri, è chiaro, è una mossa di Pd e Pdl per bloccare tutto e non modificare nulla. Si poteva iniziare con altri provvedimenti più immediati».
La simulazione «Non si può tagliare e basta, bisogna tutelare la governabilità della regione» – avverte il presidente del Comitato ristretto Antonio Pedicini (Pdl). L’operazione dimagrimento, infatti, ha bisogno di alcuni test: ci sta lavorando su il capogruppo del Pdl Daniele Galasso. «Stiamo valutando come potrebbe configurarsi la ripartizione dei seggi con meno consiglieri, considerando anche che se avremo meno assessori ci potrebbero essere problemi nell’ approvazione delle leggi, dal momento che non sempre tutti i componenti della giunta sono presenti». I numeri della maggioranza, dunque, si assottigliano. «In questo contesto – afferma l’esponente del Pdl – potrebbe servire una revisione della legge elettorale».
Assessori e auto blu Chiusa la questione dei consiglieri, a gennaio il Comitato riprenderà con una legge sul taglio degli assessori (da 10 a 8). Compresa la quota di esterni, che non supererebbe i 2 componenti. Il Consiglio ha anche il compito di preparare un piano di riduzione del parco auto degli enti locali.
La tegola dei vitalizi Per mantenere gli “ex” il Consiglio spende ogni anno 7 milioni e 700 mila euro: la cifra è fresca di approvazione nel rendiconto 2010. Il tema, così come il taglio delle indennità, non figura tuttavia nel crono-programma del Consiglio. Ma giovedì la Conferenza delle Regioni, riunita a Roma, ha mandato una chiara indicazione: entro 6 mesi tutta Italia dovrà darsi una mossa e sopprimere uno dei privilegi più contestati alla casta. Il Fvg ne terrà conto? Secondo il capogruppo del Pd Gianfranco Moretton sì, a detta di Galasso no, «per ora di vitalizi non si parla, prima ci ragioniamo sopra». Il Gruppo misto, intanto, si è smarcato e ha presentato una norma a sé. Sulle “paghe”, invece, non si muove una foglia. La rivoluzione Tondo Accanto a questi provvedimenti, che per ora viaggiano sulla cresta degli annunci, ci sono le indicazioni del governatore. Parlando all’aula lo scorso 27 settembre Tondo ha presentato una lunga lista di interventi per abbattere la spesa. Tra cui: divieto per i consiglieri di assumere altri incarichi pubblici, riforma della Sanità (un’Azienda unica), soppressione di una serie di enti come Erdisu e Agenzia del Lavoro, accorpamento di Ater e Fiere. Gli assessori stanno studiando un piano di attuazione. L’unica cosa certa della “rivoluzione Tondo” – tacciata dall’opposizione e dalla stessa maggioranza come l’inizio della sua campagna elettorale – è il calo di un punto percentuale dell’Irap per le imprese. Finirà in Finanziaria. Altro tema caldo sollecitato da Tondo, che chiede un referendum consultivo. Finora nebbia fitta.
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