Pezzi su misura e zero errori Così rinasce la malconcia 404

TRIESTE. Visto da vicino pare un pugile all’ultimo gong con la faccia fracassata. Dentro è ancora peggio: sventrato, letteralmente. Si fa un po’ di fatica, bisogna ammetterlo, a immaginarlo di nuovo, forte e fiero, a scalare le colline dell’altipiano. O in mezzo al traffico, con quell’inconfondibile casacca bianco blu. Blu tram. Ma, promettono gli esperti, risorgerà.
La carrozza numero 404, una delle due vetture coinvolte nel brutto incidente della scorsa estate, l’altro ieri ha iniziato il restyling. Ne avrà per due mesi abbondanti, sessantotto giorni per l’esattezza. È malconcio. Nell’officina di zona industriale, un capannone di 1.500 metri quadrati di superficie, lo trattano con rispetto. Hanno impegnato un’intera squadra al suo servizio: falegnami, carpentieri ed elettricisti. Si lavora in due o tre in contemporanea, otto ore al giorno.
Dovremo comunque dire grazie anche agli amici friulani se il nostro tram prima o poi tornerà in strada. La ditta che lo sta riparando, a cui la Trieste Trasporti ha assegnato l’appalto, è la Euro&Promos: una società con sede a Udine che si è fusa con la triestina Azeta Iniziative, specializzata nel metalmeccanico, compreso il settore ferroviario. Ma non c’è campanile che tenga se il Disgraziato per definizione prima o poi rivedrà la luce.
Il programma dell’intervento prevede il ripristino del muso, cioè l’area in cui si trova il banco del manovratore. Il telaio, deformato, va raddrizzato con un “martinetto idraulico”, una sorta di grande pressa. Da rifare pure la carrozzeria danneggiata, compreso il legno che tiene su la struttura. È rovere stagionato: da cambiare. Da rivedere pure la parte elettrica e pneumatica.
La vettura è arrivata nell’officina di zona industriale spogliata in tutte le sue componenti interne. Su, nel deposito di Opicina, hanno smontato tutti gli allestimenti, gli arredi e le panchine per i passeggeri. L’hanno fatto per verificare che, oltre alla testata anteriore, non ci fossero altri danni al mezzo causate dallo sfortunato scontro. C’è da sistemare anche il telo di copertura stagna che avvolge il tetto: sarà cambiato parzialmente e attaccato con un pezzo nuovo con la termosaldatura.
L’operazione di recupero, un vero e proprio restauro che necessita di pezzi costruiti su misura (sul mercato non esistono), è trascritta per intero in un progetto molto preciso che contiene tutti i dettagli tecnici dell’intervento: «Ogni filo elettrico, ogni singola vite sta dentro al progetto» spiega l’ingegner Andrea Cervia, il direttore di esercizio della linea tranviaria. «Inoltre c’è una grande attenzione all’estetica perché il tram è sottoposto a un vincolo storico-culturale - rileva - e deve diventare come prima, sia nella componente strutturale interna che quella esterna». Un lavoraccio su 11 metri di legno e lamiera per una decina di tonnellate. Sarà tolto dalla carrozzeria il simbolo della Provincia di Trieste, ente destinato a sparire.
Chiusi i lavori sulla 404 (i costi raggiungono i 95mila euro), toccherà all’altro mezzo coinvolto nel frontale: è il 405, che sta concludendo l’iter progettuale. È messo ancora peggio. Solo a questo punto la Trieste Trasporti potrà avviare un’altra gara di appalto, simile a quella precedente, per assegnare la seconda riparazione. I tempi, in questo caso, dovrebbero essere abbastanza contenuti: a fine febbraio, stando alla tabella di marcia, l’iter burocratico sarà concluso. Dunque, tirando le somme, tra la fine di marzo e gli inizi di aprile, salvo intoppi, sarà pronto il primo dei due tram, il 404. A maggio, invece, il 405. Concluse le riparazioni, è necessario sottoporre i mezzi al collaudo tecnico-funzionale lungo i binari. Ma per ripartire davvero con le vetture in strada è necessario il nulla osta dell’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organismo del ministero dei Trasporti) che, da quanto si è saputo, dovrebbe ordinare alcuni aggiustamenti lungo la linea. Per ragioni di sicurezza, sembra, o ammodernamento impiantistico. In officina, intanto, falegnami, carpentieri ed elettricisti, fanno di tutto per finire i lavori al meglio e in tempo. Non sono ammessi errori e lungaggini: chi immagina passi falsi, intoppi, qualche iella dell’ultimo momento, è ad altro rischio.
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