Petizioni anti-inquinamento finite nel cassetto a Gorizia, in cento sotto il Comune

Manifestazione in piazza Municipio e, poi, all’interno della sala del Consiglio. I promotori: «Hanno firmato 3.200 cittadini. Non possono fare finta di niente»
Bumbaca Gorizia 07.05.2019 Protesta Consiglio comunale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.05.2019 Protesta Consiglio comunale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA «I cittadini non si archiviano, si ascoltano». Così recitava perentorio uno degli striscioni esposti, nel tardo pomeriggio di ieri, prima in piazza Municipio, poi nella sala del Consiglio comunale dove è andata in scena la seconda parte dell’assemblea cittadina dedicata alla Sdag e alla discussione di ben nove mozioni.

Un centinaio di persone, per restare larghi, ha voluto partecipare alla manifestazione pubblica indetta dai promotori delle petizioni contro le industrie insalubri e in favore del Piano di zonizzazione acustica, “dormiente” (nel senso che non è mai stato approvato) dal 2014, «raccolte di firme che, di fatto, sono state archiviate, disattendendo le richieste degli oltre 3.200 cittadini che le hanno sottoscritte. Da una mia veloce ricerca sulla rete, emerge che in nessuna parte d’Italia si è dato vita a questo modus operandi, estromettendo dalla discussione il Consiglio comunale. È una cosa pazzesca, che non sta né il cielo, né in terra», l’atto di accusa di Stefano Cosolo.

È stata una protesta civile a cui hanno preso parte famiglie con bambini, molti residenti di Sant’Andrea, esponenti del Forum Gorizia, della Slovenska skupnost e dei partiti di sinistra oltre agli ambientalisti. C’erano anche i portavoce del comitato “Basta Tir in centro”, stanchi delle promesse dell’amministrazione comunale mentre, accompagnato dalo storico leader dei Verdi goriziani Renato Fiorelli, ha fatto una veloce puntatina anche Massimo (Mao) Valpiana, già consigliere regionale del Veneto e consigliere del Comune di Verona, presidente del Movimento nonviolento e direttore della rivista Azione nonviolenta. «Bisogna trovare la maniera perché le istituzioni siano obbligate ad ascoltare i cittadini. È una buona norma che funziona in tutta Europa ma non qui, non a Gorizia», le sue parole.

Sulla petizione riguardante le industrie insalubri «la giunta comunale ha scritto in delibera che non “ravvisa ragioni di particolare urgenza”, quando, cittadini, comitati e consiglieri comunale da tanti, troppi, anni ormai chiedono tutela, salvaguardia e giustizia ambientale per la salute delle persone e la salvaguardia della città intera oltre che per i singoli quartieri, come quello di Sant’Andrea e quando, in particolare, si sta concludendo - hanno ribadito i promotori - l’iter autorizzativo per l’ennesima industria insalubre di rilevante impatto sul territorio, quale la centrale a gas metano proprio nell’area industriale a ridosso dell’abitato di Sant’Andrea. Sulla petizione riguardante il Piano di classificazione acustica, che giace chiuso in un armadio del municipio dal 2014, la giunta invece informa che lo stesso è stato inserito negli obiettivi del Dup 2019/2021 quindi, in pratica, rinviato sine die con buona pace dei cittadini».

Una considerazione in ultimo. Gorizia ha dimostrato, una volta di più, di essere refrattaria alle manifestazioni. Della serie: «Vai avanti tu che mi vien da ridere». Oltre 3.200 firme raccolte, un centinaio di manifestanti. Non è la prima che accade. —


 

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