Petizione di oltre 200 comunali per riaprire i bar del Municipio di Trieste

Il leghista Claudio ha raccolto le firme dei dipendenti e le ha allegate a una mozione poi approvata in modo trasversale. Ma i vertici di Palazzo temono “furbetti”
Foto Bruni Trieste 04.08.16 Bar all'interno del municipio
Foto Bruni Trieste 04.08.16 Bar all'interno del municipio

TRIESTE Oltre duecento firme di dipendenti comunali raccolte nel tempo di una pausa pranzo per far risorgere i bar del Municipio. È l’iniziativa presa dal consigliere leghista Michele Claudio, che l’altra sera ha presentato in aula una mozione che invita l’amministrazione a verificare quanto prima la possibilità di una riapertura dei centri di ristoro all’interno delle sedi comunali. Il testo è stato approvato dall’aula con un’unanimità pressoché totale dopo l’eliminazione di due premesse che facevano riferimento alle necessità dei consiglieri nelle giornate d’aula, e alla frequentazione del bar da parte di eventuali visitatori esterni del Comune. Si è voluto centrare la mozione, insomma, proprio sui dipendenti.

Ha spiegato, Claudio, la sua mossa: «Mi pare ingiusto che nel 2019 un dipendente pubblico non possa avere accesso a un bar aziendale come succede in molti altri posti di lavoro. Anche perché le regole sulle pause si sono fatte molto stringenti, il tempo per uscire e addentare un panino c’è a malapena».

Sulla base di queste riflessioni, Claudio ha voluto andare a chiedere l’opinione degli stessi dipendenti, portando a casa oltre duecento firme a sostegno della riapertura dei bar. Un gesto che ha fatto alzare il sopracciglio al segretario generale Santi Terranova, che si è voluto sincerare che la raccolta di firme non si sia svolta durante l’orario di lavoro. «No, no, le ho raccolte durante la pausa pranzo», assicura Claudio.

Blitz contro la pausa caffè in Municipio
Il bar al primo piano del Municipio (Bruni)


Si tratta del nuovo capitolo di una storia antica. All’inizio dell’anno, infatti, il Comune ha deciso di revocare la concessione per la gestione dei tre bar di Passo Costanzi, piazza Unità e via Rossini. L’ente lamentava l’altalenante rispetto delle giornate di apertura e brandiva un rapporto dell’Azienda sanitaria in cui si parlava di «non conformità gravi» in materia igienico-sanitaria.

Ma le magagne erano iniziate ben prima. Poco dopo il suo ritorno al comando della macchina comunale, il segretario generale Terranova aveva reso chiaro ai dirigenti che non sarebbe stata tollerata la propensione eccessiva per il bancone del bar interno di alcuni tra i 2.400 dipendenti dell’ente. Una posizione che Terranova ha perseguito con determinazione. Le attuali regole del Comune prevedono che un dipendente possa allontanarsi dal posto di lavoro senza dover compilare dei moduli appositi soltanto per un quarto d’ora. Un tempo che alcuni considerano decisamente troppo ristretto. —


 

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