Pesca sportiva a Trieste, tutti i nuovi divieti: ecco perché ora è proibita in Porto vecchio. Multe fino a tremila euro

Lo sviluppo dello scalo impone una revisione degli spazi. Ordinanza restrittiva della Capitaneria in vigore dal 15 febbraio 
Silvano Trieste 2021-01-18 Le rive e il mare
Silvano Trieste 2021-01-18 Le rive e il mare

TRIESTE Cambiano le regole per la pesca sportiva e ricreativa da terra nella zona portuale di Trieste, che si estende da Porto vecchio a Porto San Rocco escluso. Il 15 febbraio entrerà in vigore una nuova ordinanza della Capitaneria di porto che andrà a revisionare il testo precedente del 2010, disciplinando le zone in cui si potrà pescare appunto previa autorizzazione, visibili con l’apposita segnaletica in italiano, inglese e sloveno, corredata da dei grafici.



La Guardia costiera ha ridimensionato gli spazi dedicati nella zona di Trieste a fronte di un ampliamento sul versante di Muggia. Questo perché, visto il forte sviluppo portuale di cui il capoluogo giuliano è protagonista in questi ultimi anni, è necessario garantire una maggiore sicurezza della navigazione e delle attività portuali e rispondere alle esigenze di “security” (il contrasto al terrorismo).

SCARICA QUI LA NUOVA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE



«Tale documento – sottolinea il tenente di vascello Alessandra Vaudo, a capo della Sezione Pesca – non vuole andare contro il singolo pescatore: ci sono tante attività marittime e vanno contemperate le rispettive esigenze».


Tra le novità principali, l’esclusione alla pesca dell’area di Porto vecchio. Come già nella precedente normativa sarà vietato fruire dei moli. È stata anche ridotta l’area lungo le Rive. Gli spazi consentiti (definiti in metri e individuabili dalle bitte citate nell’ordinanza) sono i seguenti: il tratto tra Molo Audace e Molo Bersaglieri, esclusa Scala reale, e quello adiacente alla radice del Molo Pescheria. Più esteso invece il permesso per gli amatori che decideranno di usare canna e lenza a Muggia. Qui è possibile stazionare sul lungomare Venezia e tra il pontile a T e Punta Ronco, ma non nell’orario riservato alla balneazione durante la stagione estiva. Da Punta Ronco verso la Slovenia non si rientra più nell’ambito del Porto di Trieste e, pertanto, la pesca è libera senza autorizzazione, così anche a Trieste lungo la costa dopo Porto Vecchio, quindi da Barcola in poi, fino a Duino (esclusi i porticcioli).



L’ordinanza disciplina esclusivamente la pesca sportiva/ricreativa da terra all’interno dei porti di competenza, quindi quella subacquea e quella da unità da diporto in tutte le acque portuali rimangono vietate, senza possibilità di deroga. Chi non avesse ancora il permesso, che dura un anno solare, lo può richiedere alla Sezione Pesca della Capitaneria.



«Il modulo è pubblicato sul nostro sito», spiega Vaudo: «È possibile anticiparlo anche via mail, ma lo si deve poi venire a ritirare qui con una marca da bollo da 32 euro». La validità delle autorizzazioni rilasciate nell’anno 2020 è automaticamente prorogata sino alla data di entrata in vigore del nuovo regolamento. Attenzione, però, perché chi non rispetterà le nuove disposizioni incorrerà in sanzioni, che possono essere elevate dalla Guardia costiera ma anche dalle altre forze dell’ordine. Due le tipologie di multe in cui si rischierà d’incorrere in caso di violazione delle norme.

Per la pesca ricreativa in aree diverse da quelle individuate dall’ordinanza la sanzione va da mille a tremila euro. È prevista anche la confisca di attrezzi e pescato. Chi venisse trovato a pescare nelle aree consentite, ma senza l’autorizzazione, dovrà pagare fino a 50 euro. Il contenuto dell’ordinanza è stato diffuso in anticipo anche «per dare la possibilità agli utenti di conoscere le nuove disposizioni, che sono più razionali», sottolinea il comandante della Capitaneria, l’ammiraglio Vincenzo Vitale: «In questo periodo verrà anche disposta la segnaletica che sarà trilingue, realizzata in collaborazione con l’Autorità portuale». —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo