Pesca proibita del tonno rosso sparito il secondo motoscafo

GRADO. Non c’era traccia, fino a ieri sera, del secondo motoscafo salpato da Grado per pescare tonno rosso al largo delle coste slovene. L’altro motoscafo invece è finito nella rete, è il caso di dirlo, della polizia slovena. Una motovedetta d’oltre confine l’ha sorpreso e inseguito per tutto il golfo fino all’ingresso del porticciolo di Grado dove è stato presto in consegna dalla Capitaneria di porto di Monfalcone. A bordo un grosso tonno rosso, preda che in questo periodo non può essere pescata. L’equipaggio, pescatori “dilettanti” originari della Bassa friulana, ora passerà un sacco di guai. Le autorità costiere slovene fanno sapere che il motoscafo ha violato svariate norme. Non aveva la necessaria documentazione di riconoscimento, pescava in acque slovene senza autorizzazione e, all’avvicinarsi della motovedetta slovena, ha ignorato il segnale acustico dandosi alla fuga.
Nei confronti dell’equipaggio che rischia una multa di parecchie migliaia di euro pendono inoltre imputazioni che fanno capo ad altri organismi di giustizia sloveni.
Il reato di pesca di frodo appare quello più severo nelle conseguenze.
Dalle autorità italiane nulla trapela. Bocche cucite alla Capitaneria di porto. Non è chiaro inoltre chi coordina le indagini, se la Procura di Gorizia o di Trieste. Poco male.
Quando alla caccia al secondo natante coinvolto nella pesca proibita trapelano alcuni elementi dalla Guardia di finanza di Trieste. È un imbarcazione di colore blu, lunga circa 5 metri, moto fuoribordo, nessun segno riconoscibile. Sono gli scarni elementi trasmessi dall’equipaggio della polizia slovena alla gdf durante l’inseguimento del motoscafo individuato.
Trapela inoltre che ci sarebbe stato un malinteso nelle comunicazioni. La polizia slovena avrebbe indicato la rotta verso Sistiana quella tenuta dal natante “fantasma” mentre in realtà l’equipaggio fuggiasco aveva puntato la prua verso Porto Buso. Si può ipotizzare che sia poi penetrato nei meandri della laguna facendo perdere le proprie tracce. A bordo potrebbe esserci stato il grosso della pesca, almeno tre tonni da 150 chilogrammi, almeno, l’uno.
Prodotto che si può pescare solo nei mesi di giugno e di luglio ma solo da parte di pescatori professionisti muniti di apposito permesso.
Non è un mistero, e questo episodio l’ha confermato, che esiste una fiorente pesca di frodo del tonno rosso, prodotto notoriamente ricercato nei mercati orientali e quasi introvabile in quelli locali. Eppure in alcuni ristoranti della Venezia Giulia e del Friuli lo si trova quasi puntualmente.
In zona ci sono diversi motoscafi attrezzati per la pesca del tonno, dotazione molto costosa e che non passa inosservata. Ma si tratta, appunto, di grossi motoscafi e non di natanti come nel caso in esame. —
Re.Mo.
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