Pesa 240 chilogrammi, salvata al San Polo
MONFALCONE È stata ricoverata d’urgenza all’ospedale San Polo per insufficienza respiratoria, scaturita quale complicanza a una broncopolmonite, acuita dal suo stato di obesità. La donna, una ronchese di 51 anni, è costretta a sopportare la fragilità e gli effetti di un peso di 240 chili.
E giovedì è intervenuta la crisi respiratoria, per la quale è stato necessario il ricovero urgente nel reparto di Terapia intensiva di Monfalcone. Un trasporto difficile considerate le condizioni e le caratteristiche della paziente, per la quale l’ospedale di San Polo si è avvalso dell’intervento dei vigili del fuoco, che hanno messo a disposizione un furgone.
Lo spostamento della donna dal suo domicilio al nosocomio ha richiesto evidenti accorgimenti e cautele, dovendo gestire un caso di particolare emergenza poichè l’insufficienza respiratoria ha ridotto la paziente in uno stato pressochè comatoso.
L’intervento di soccorso è stato pertanto contrassegnato da tutte le accortezze del caso comportando un’assistenza particolarmente serrata.
E quando la ronchese è arrivata all’ospedale di San Polo, si è riproposto con altrettanza difficoltà e delicatezza l’operazione di trasferimento fino al reparto di Terapia intensiva.
Una volta ricoverata in Rianimazione, la donna è stata sottoposta a un intervento di tracheotomia. L’intervento ha garantito le condizioni di sicurezza per la salute della paziente, dichiarate stazionarie dagli operatori sanitari.
La 51enne è contestualmente seguita dal Centro ospedaliero che tratta specificatamente le situazioni di obesità.
Ma la direzione sanitaria ospedaliera, con il responsabile Michele Luise, s’è fatta carico di un’altra questione, al fine di evitare alla paziente ulteriori e gravosi spostamenti verso gli ospedali di riferimento. Considerato il problema di obesità della donna, s’era posta la necessità di dover trasferirla in un nosocomio dotato di adeguate condizioni logistiche e strutturali, idonee alla movimentazione e al ricovero in un letto adeguato, limitando l’insorgere di piaghe da decupito, compresi i rischi in ordine ad attrezzature insufficienti per assicurare la degenza in piena sicurezza.
La direzione del San Polo ha pertanto eseguito una verifica per individuare l’ospedale di riferimento disponibile ad accogliere la paziente. L’unico presidio ospedaliero è risultato quello di Padova. Scelta impensabile, il trasferimento nella città veneta, dovendo affrontare evidentemente un viaggio lungo e non certo agevole per la donna. Da qui la decisione da parte della direzione sanitaria ospedaliera del San Polo di dotarsi, attraverso una ditta specializzata, di un letto conforme alle necessità, provvisto anche di un sollevatore della capacità di carico di 500-600 chili. Lo speciale letto sarà consegnato oggi al San Polo.
Il dirigente Luise ha osservato: «È stata un’assistenza delicata e difficile, considerato in primis lo stato di insufficienza respiratoria sofferta dalla paziente. La donna aveva dovuto ricorrere al nostro ospedale anche circa un mese fa, per un’insufficienza respiratoria più lieve. Allora era stata tenuta sotto osservazione al Pronto soccorso per 48 ore, provvedendo poi a organizzare il trasporto a domicilio. Era stata utilizzata un’ambulanza adeguando gli spazi. Nell’ultimo evento la situazione è stata più seria, ma grazie alla capacità e professionalità del personale medico, infermieristico e ospedaliero, è stata curata al meglio e ora risulta in condizioni stabili».
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