Pertini, i maturandi immigrati: qui è il futuro

Alle prese con gli esami orali anche numerosi stranieri che vogliono mettere radici in città
Bonaventura Monfalcone-26.06.2015 Studentesse straniere diplomande-Isis Pertini-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.06.2015 Studentesse straniere diplomande-Isis Pertini-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Come xè ‘ndà?». Il dialetto è quello bisiaco, ma l’accento le tradisce. Sono i commenti sull’andamento dei colloqui di alcune studentesse straniere dei “Servizi sociali” all’Isis Pertini di via Baden Powell a Monfalcone, alle prese con l’esame orale. Per tutti gli indirizzi sono stati ammessi 81 e finiranno il 30 giugno. Fare gruppo e incoraggiarsi, dicono le ragazze, è il miglior sistema per superare le preoccupazioni della vigilia dell’esame. È una scuola multietnica il Pertini, dove venerdì era rappresentato un pezzo di mondo nel secondo giorno degli orali. Ha iniziato Vanessa Maccarone, brasiliana, Bojana Dostanic, bosniaca, poi Mouaouia Touria, marocchina, e ancora un albanese, una bengalese e un croato. Studenti che si trovano a Monfalcone da diversi anni per motivi di lavoro dei genitori. I loro papà sono in forza a ditte private per costruire blocchi di navi passeggeri per Fincantieri. C’erano ovviamente anche studenti “nostrani”, come Lucia Lucheo di Vermegliano e Assunta Mingrove, di Monfalcone. Quest’ultima ripassava la tesina percorrendo l’atrio dell’istituto prima di essere chiamata dalla commissione. Tutti entusiasti della scuola, felici di portare la propria esperienza “da straniere” e della buona accoglienza della gente. «Mi piace molto lavorare con i bambini – dice Vanessa –, anche se sono piccoli con i loro discorsi sembrano già grandi e ti insegnano tante cose. Spero di trovare lavoro in questo settore. Qui ho trovato il mio ambiente ideale e sono sicura di trovarmi bene». Nella tesina-laboratorio anche Lucia ha portato la conoscenza che ha accumulato al “nido” che accoglie i bambini da 6 mesi a 3 anni. «I bimbi - sottolinea – possono insegnarti molto sulla socializzazione, raccontano il modo di vivere delle famiglie e ognuno è portatore di un messaggio». «Quando sono arrivata a Monfalcone 7 anni fa – ricorda Bojana della Bosnia – mi sembrava un altro mondo, non conoscevo una parola di italiano. Poi mi sono integrata e ora mi sembra di essere in una seconda patria. Ho avuto diverse esperienze nell’assistenza alla disabilità come all’Anfaas a Trieste e spero di avere la possibilità di continuare all’Università nella facoltà di Scienza dell’educazione». Mouaouia Touria, del Marocco, dice: «Voglio restare in Italia, sento che ciò che ho imparato in questa scuola devo metterlo a disposizione della gente della regione. L’esperienza al Cisi di Ronchi dei Legionari mi ha messo di fronte a un altro mondo».

Ciro Vitiello

Riproduzione riservata © Il Piccolo