Peroni rieletto rettore al primo turno
Per l’uscente 529 preferenze su 629 schede. Il rettore: «Un segnale di coesione essenziale per il futuro»
Dubitava, e lo ammette, di poter andare a dormire già ieri sera con quella certezza. E invece, poco dopo le 22, Francesco Peroni ha potuto stringere subito fra le mani, da predestinato-lampo, i risultati del voto universitario per l’elezione del nuovo rettore, quello designato a guidare piazzale Europa nel triennio 2009-2012. Risultati che dicono 529 preferenze su 629 votanti per l’uscente, lo stesso Peroni, a fronte di un quorum di 519. Il professore bresciano di nascita, pavese di laurea e triestino di carriera - unico candidato ufficiale in questa tornata elettorale - succede dunque a se stesso, superando al primo tentativo il gradone della maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Già. perchè al di là di eventuali (e improbabili) competitor-ombra che si sarebbero potuti palesare solo al momento delllo scrutinio, la vera grande incognita del primo turno - dove per regolamento la vittoria scatta con il 50% delle preferenze più una sul totale del corpo elettorale - era legata proprio a un possibile scarso tasso di motivazione del mondo universitario davanti a una monocandidatura. Ma, alle urne, ci sono andati in 629 su 1.037. Il 61%. Appena otto punti percentuali in meno rispetto all’affluenza che si registrò al primo turno del 2006, quando però la campagna elettorale appassionò, coinvolse, giacché allora due sfidanti dichiarati (l’outsider Peroni e l’uscente Domenico Romeo, ndr) c’erano eccome.
Stavolta non c’è stata partita. Neanche nel sottobosco elettorale, da dove non è sbucata alcuna alternativa organizzata. I secondi classificati, con quattro preferenze a testa contro le 529 di Peroni, sono risultati i presidi di Medicina e Scienze Secondo Guaschino e Rinaldo Rui, seguiti dal preside di Psicologia ed ex prorettore nell’era Romeo Walter Gerbino. In otto, ancora, hanno raccolto un voto. Le schede bianche sono state 56, quelle nulle 25. In tutto cento franchi tiratori, dunque. Non sufficienti, però, per prolungare le operazioni elettorali, perché alla fine la differenza a favore del rettore uscente l’ha fatta la mobilitazione. Quella più robusta in termini relativi appartiene al personale tecnico-amministrativo: 84 votanti su 88 delegati (il 95%). Tutte preferenze, queste, finite presumibilmente in quota Peroni, visto che l’assemblea pre-elettorale degli amministrativi aveva dato mandato ai suoi «grandi elettori», e a larghissima maggioranza, di rivotare per lui. Dei 70 membri del Consiglio degli studenti, hanno partecipato al voto in 42, per una percentuale del 60%, scesa al 57% (503 su 879) nel corpo docente di ruolo, composto nell’occasione da 279 professori ordinari, 305 associati e 295 ricercatori.
«Il fatto che si sia arrivati a un risultato molto netto già al primo scrutinio - è stato il commento soddisfatto a tarda ora dello stesso Peroni - non lo consideravo affatto scontato. In una competizione elettorale a candidato unico, in effetti, sarebbe potuto scattare un meccanismo di scarso coinvolgimento. Al contrario, è emerso un dato di grande coesione, di compattezza dell’istituzione universitaria, oltre che di stima nei miei riguardi, del quale vado ovviamente orgoglioso».
«Questo - ha aggiunto il rettore appena confermato - è anche un messaggio per Trieste: la presenza che l’ateneo esercita in città è forte, autorevole. Ma ciò che più mi preme dire a caldo è che nei momenti difficili, di crisi come quello attuale, la coesione è un elemento essenziale per guardare al futuro e per affrontarlo con fiducia e sintonia. E ritengo che da queste elezioni sia emersa proprio la voglia, da parte del nostro mondo universitario triestino, di essere compatti».
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