Permessi “lavorabili” e chip nelle scarpe: integrativo lontano

La Fiom ha proclamato 12 ore di sciopero, Fim e Uilm 4 Casotto: «Bocciatura». Furlan: «Via le proposte strane»
Di Giulio Garau

Non è ancora rottura, ma poco ci manca: per il momento sarà sciopero. Gli incontri tra Fincantieri e i sindacati, in particolare Fiom, Fim e Uilm, sono arrivati al dunque, le sessioni di trattativa sono finite. Fincantieri ha presentato la sua proposta e il verdetto delle organizzazioni sindacali è molto duro. «Documento irricevibile, se resta così è bocciatura» spiega Thomas Casotto segretario provinciale della Fiom, reduce dagli incontri, che annuncia la nota ufficiale del sindacato dei metalmeccanici. La Fiom ha già previsto un primo pacchetto di 12 ore di sciopero entro metà aprile, quando (tra il 13 e 14) è previsto un nuovo incontro con l’azienda. Più “disponibili” Fim e Uilm: «Non è una bocciatura, piuttosto un voto negativo - fa sapere il segretario provinciale della Uilm, Luca Furlan - non abbiamo abbandonato il tavolo, è una fase delicata, se l’azienda fa marcia indietro su alcune idee strane magari anche si riesce a trovare un’intesa». E che siano idee strane secondo Fim e Uilm che hanno varato anche loro un pacchetto di ore di sciopero (4 per ora), è una constatazione comune che le due organizzazioni sindacali, anche se con una piattaforma separata, fanno come la Fiom.

Dal documento della Fincantieri è sparita la tanto contestata mezzora di lavoro “gratuito” offerto all’azienda. In compenso, accusano i sindacati, l’azienda ha proposto che si debba lavorare durante i “permessi annui retribuiti” fino ad un massimo di 104 ore (e non sotto le 80). Permessi “effettivamente lavorati e pertanto non fruiti entro l’anno dai singoli dipendenti, non daranno titolo a monetizzazione nè, in alternativa accantonati nel conto ore individuale”.

È uno dei punti più contestati, ma c’è un’altra questione, su cui c’è un piccolo giallo (Fim e Uilm ne parlano nella nota sindacale, ma non compare nel documento dell’azienda) che sembrava “tramontata”, ma sembra sia ricomparsa: «l’inserimento del microchip nelle scarpe dei lavoratori per controllare le presenze a bordo nave». Una misura spinta da Fincantieri per questioni sicurezza, ma che per evidenti risvolti di controllo personale, è andata di traverso ai sindacati a tutti i livelli.

«Nei prossimi giorni faremo assemblee all’interno dello stabilimento di Panzano - annuncia Furlan - dobbiamo spiegare a che punto siamo arrivati ai lavoratori, e soprattutto tastare il polso e i malumori». E stando alle posizioni sia di Fiom che Fim e Uilm (Monfalcone tra l’altro è l’unico stabilimento dove le tre sigle hanno firmato in maniera unitaria la volta precedente) i malumori saranno notevoli. «Le attività di scafo dove è impegnata la maggior parte degli organici diretti subiranno forti esternalizzazioni - scrive la Fiom - e le attività di allestimento che si andranno ad internalizzare riguarderanno progettazione e coordinamento, senza poter in alcun modo escludere la societarizzazione per interi reparti o gruppi di lavoratori».

Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil accusa Fincantieri di voler istituire un «doppio regime salariale» tra vecchi e nuovi assunti, «contrattazioni individuali» derogando dal contratto nazionale. ma soprattutto, insiste la Fiom: «l’azienda in tema di orari intende procedere unilateralmente allungando l’orario di lavoro giornaliero e settimanale anche in deroga al contratto nazionale, sia per il plurisettimanale che per il 6x6, senza dover concordare più niente con le Rsu».

Il giudizio è pesante: «se tutto trovasse conferma in un accordo saremmo di fronte alla cancellazione del diritto di parola dei lavoratori e di un totale loro assoggettamento alla cultura dell’impresa».

Anche se più morbido su alcuni fronti, anche il pensiero di Fim e Uilm è altrettanto pesante. Tra i punti sollevati quelli “caldissimi” della sicurezza e degli appalti. Anche secondo le due sigle sindacali le risposte di Fincantieri non sono sufficienti. «Consideriamo insufficienti i contenuti relativi ai temi ambiente e sicurezza - mettono nero su bianco Fim e Uilm - mancando precisi e concreti impegni per riattivare azioni mirate e congiunte sui temi anche in riferimento alle ditte esterne». C’è un riconoscimento verso Fincantieri di aver avuto un «approccio coerente con le richieste sul tema degli appalti e subappalti» ammettono Fim e Uilm che però chiedono «che i principi enunciati siano migliorati ulteriormente e chiariti, prevedendo un ruolo attivo delle Rsu del cantiere». Bocciata l’ipotesi di «aumentare l’orario di lavoro senza retribuzione», i sindacati sono «indisponibili a concedere le 1e 104 ore dei permessi retribuiti». Sui controlli un giudizio netto: «Riteniamo sbagliate alcune richieste aziendali quali l’inserimento del microchip nelle scarpe per controllare la presenza a bordo nave».

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