Perdita del lavoro e dipendenza dal gioco, a Trieste è boom di richieste allo sportello anti usura
TRIESTE La crisi finanziaria e le difficoltà economiche, parole con cui sono tristemente costrette a fare i conti anche moltissime famiglie triestine, in un attimo possono trascinare le persone nella spirale dell’usura e del racket. Ancora di più in questo delicato momento di emergenza post allarme coronavirus. In questi casi chi rischia di cadere a terra e perdersi, può contare però su aiuti importanti. A fungere da strumento di supporto e monitoraggio c’è infatti anche lo sportello Legalità, istituito tra i primi in Italia nell’ottobre del 2014 dalla Camera di commercio della Venezia Giulia in collaborazione con l’associazione Libera.
Nonostante il servizio si occupi pure di problematiche legate anche ad altri aspetti, nell’ultimo anno e mezzo la maggior parte di richieste degli utenti riguardano proprio situazioni di sovraindebitamento, dietro le quali si scoprono anche casi di usura. Richieste che, comparando i primi mesi dell’anno scorso, con lo stesso periodo di quest’anno, sono più che raddoppiate, passando da cinque a 12. Sui numeri totali e generali si parla di un +38% di accessi dal 2017 a quest’anno. Nello specifico, nel 2019, sono stati 135 gli accessi. Nel 2018 erano stati invece 121, mentre nel 2017 erano state 99.
Ad accogliere i cittadini al punto d'ascolto, provenienti non solo da Trieste ma da tutto il Fvg, c’è un operatore di servizio, Antonio Svezia. Concretamente conduce le persone, laddove è possibile, verso la denuncia in caso di reato e verso percorsi di riabilitazione quando si palesano situazioni di dipendenza da gioco d’azzardo. «Confermo l’allerta che abbiamo attivato nei confronti di crescenti richieste di aiuto per difficoltà economiche – sottolinea -. Le persone sono strozzate dai pagamenti, anche se il peggio probabilmente deve ancora arrivare. Vedremo gli effetti di questo periodo fra due mesi. In parte già li abbiamo visti nel periodo della pandemia, quando abbiamo comunque ricevuto chiamate, anche insistenti: abbiamo riscontrato un bisogno effettivo di Libera».
Il percorso inizia con la richiesta dei documenti riguardanti la posizione debitoria. «Mi occupo poi di incrociare la storia che mi ha riferito la persona con i dati concreti – specifica Svezia -. Se qualcosa non mi torna, vado più a fondo, fino a scoprire se l’utente è oggetto di usura. A quel punto, per poter fornire aiuto, deve scattare la denuncia». Solitamente l’aiuto consiste nel richiedere un finanziamento a rata ridotta con il supporto di Banca etica, mentre lo Sportello che funge da garante.
Nel 2019, su 135 accessi, sono stati 74 i nuovi casi di sovraindebitamento, di cui quattro vittime di usura. Per uno di questi casi si è proceduto con l’accompagnamento e la denuncia del fatto illecito, in linea con l’obiettivo del servizio. A seguito di questa denuncia sono seguite indagini poi sfociate nell’arresto in custodia cautelare di tre persone.
Per piazza della Borsa sono passati, anche se più raramente rispetto ad altre aree d’Italia, testimoni di giustizia con la richiesta di essere indirizzati e poi inseriti dagli organi preposti in un programma di protezione dopo aver fatto rapporto alla Polizia. Le altre persone incontrate hanno raccontato storie che non riguardavano problematiche specifiche trattate dal Servizio, e visto che non è stato riscontrato un vero e proprio problema, se non quello di persone che avevano bisogno di essere ascoltate da qualcuno, sono state rassicurate e sono stati dati loro dei consigli e dei suggerimenti su come risolvere il problema o indirizzati verso gli altri servizi adeguati rispetto alla richiesta.
Essenziale, per la riuscit del servizio, è la capacità di fare rete. Di qui l’importanza della collaborazione avviata con Carabinieri (Comando provinciale di Trieste), Asugi, (Dipartimento dipendenze da sostanze legali), l’associazione di volontariato Buone Pratiche onlus e il Centro culturale Veritas. —
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