«Perdiamo 3 milioni al mese La Ferriera sta per chiudere»

Tre milioni al mese. Li perde, secondo i sindacati, la Ferriera di Servola e ieri Franco Palman (Uilm), Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl), Tiziano Scozzi (Fiom-Cgil) e Cristian Prella (Failms) sono andati a dirlo al prefetto Francesca Adelaide Garufi esprimendo il timore, derivato da questo trend disastroso, che la Lucchini lasci i cinquecento dipendenti con un doppio cerino in mano: quello dei mancati investimenti sulla sicurezza, di cui si starebbero già avvertendo le conseguenze all’interno dello stabilimento, e addirittura quello di una improvvisa chiusura a brevissimo termine. «Due sono state essenzialmente le richieste che abbiamo fatto al prefetto - riferisce Palman - la possibilità di avere un incontro chiarificatore a Trieste con l’amministratore delegato di Lucchini, Francesco Chindemi, e l’invito al Tavolo aperto sulla riconversione di Servola dell’azienda stessa per meglio programmare il futuro anche più immediato.» Oltretutto il tavolo, presieduto dall’assessore regionale Sandra Savino, si riunisce nuovamente questo pomeriggio alle 15, «e speriamo di assistere a uno scarto, un’accelerazione almeno verso un abbozzo di soluzione alternativa», aggiunge Palman.
Sulla stampa economica è rimbalzata in questi giorni la notizia di una prossima formalizzazione dell’offerta per l’acquisto della Lucchini da parte del gruppo svizzero Klesch per la somma di 200 milioni. «Ma se anche questa proposta venisse formalizzata - taglia corto Francesco Semino, responsabile relazioni esterne di Lucchini group - con altissima probabilità riguarderebbe soltanto Piombino e non Servola dove del resto gli stessi amministratori pubblici non vogliono più siderurgia». Ma Semino afferma anche che «ad oggi non ci sono programmi di chiusura di Servola, tanto che il consiglio di amministrazione ha confermato una serie di investimenti, e si parla di milioni, nel giro di un anno per quanto riguarda sicurezza e ambiente». Ciò anche in seguito alle prescrizione recentemente emesse dal sindaco Roberto Cosolini. «Ma da qui a un anno, non sappiamo nemmeno se ci arriviamo - replica Palman - per cui è indispensabile che i livelli di sicurezza siano alzati immediatamente e che la società pensi anche a Servola e non solo a Piombino, anche se diamo atto al direttore dello stabilimento Antonio Bonacina di avere subito investito del problema il consiglio di amministrazione». «Per quanto riguarda gli investimenti sulla sicurezza la risposta positiva da parte dell’azienda non riguarda tutti i settori della Ferriera - precisa Cristian Prella - ma in particolare la cokeria dove saranno attuati nuovi accorgimenti anche per la tutela ambientale. Devo anche rettificare quanto ho affermato recentemente: l’incidente che si è verificato qualche giorno fa e che rischiava di mettere a rischio l’incolumità di alcuni operai non è avvenuto sulla banchina, bensì in un’area di competenza della cokeria stessa. È comunque indispensabile che si trovi un compratore o un’ipotesi concreta di riconversione nel giro di pochi mesi perché anche all’interno dello stabilimento l’atmosfera si sta facendo di giorno in giorno più incerta e difficile». «Sono in ballo complessivamente mille posti di lavoro - chiude Palman - la crisi è scoppiata anche nelle aziende dell’indotto e solo momentaneamente è stata tamponata la possibile richiesta di cassa integrazione».
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