Per ricostruire l’Abruzzo serviranno 12 miliardi
La stima del ministro Maroni. Gli esperti: oltre la metà delle abitazioni è agibile
Tendopoli in Abruzzo
Dodici miliardi di euro. «Per ricostruire l’Abruzzo, come per il terremoto dell’Umbria e delle Marche, andrà trovata questa cifra». Lo dice il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a Ballarò. Questo mentre da L’Aquila arriva una buona notizia: il 53% delle abitazioni delle aree colpite dal terremoto possono essere rioccupate dai proprietari. Non ci sono problemi, dicono i tecnici dopo i sopralluoghi iniziati ieri. La cattiva è che la terra continua a tremare, e non si tratta solo di scosse di assestamento. Lunedì notte ne è arrivata una di magnitudo 4,9 della scala Richter, una delle sei più forti dall’inizio del sisma. Ma anche le altre di ieri sono state forti.
L’altra notizia di giornata è che all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ora hanno il quadro di quanto accaduto. «Adesso abbiamo una visione chiara - dice il presidente Enzo Boschi - il meccanismo che ha scatenato il sisma è di tipo distensivo. Abbiamo ricostruito il processo di liberazione dell’energia che per secoli si era immagazzinata nel sottosuolo».
LA CROSTA ALLARGATA
E’ come se la crosta terrestre si fosse allargata spinta da una forza che agiva perpendicolarmente all’Appennino. L’allargamento è rimasto «circoscritto alla zona dell’epicentro». Anche se, specifica Boschi, un fenomeno di questo tipo «può verificarsi dall’Emilia Romagna alla Calabria, lungo tutta la catena dell’Appennino». Poco rassicurante.
SOPRALLUOGHI
Fino ad oggi i sopralluoghi negli edifici della zona del sisma restati in piedi sono stati 1467, nel 53% dei casi gli edifici sono risultati agibili. La Protezione civile ha fatto sapere che le cose non vanno malissimo nel 20% dei casi. Si tratta di abitazione inagibili, però solo temporaneamente. Nel caso vengano fatti degli interventi urgenti, ma non complessi, potrebbe tornare a essere occupate. Il 18% sono invece le abitazioni inagibili e il 2% quelle inagibili perché la situazione circostante è ad alto rischio. Per il 5% delle abitazioni, infine, l’inagibilità potrebbe cadere «dopo una revisione con approfondimento».
PAURA E FREDDO
«La popolazione è sempre più spaventata - dice Bruno D’Alessio, sindaco di Campotosto - Nessuno vuole tornare a casa e le lesioni agli edifici a ogni nuova scossa si allargano». E non c’è solo la paura. Campotosto è a più di 1300 metri di altitudine, lunedì è caduto anche del nevischio. Sotto le tende fa freddo. «Aspettiamo ancora che portino luce e riscaldamento - dice il sindaco - ma gli anziani non possono più reggere questa situazione». Il caso di Campotosto non è isolato. Anche se a L’Aquila le tende sono più agevoli, la paura e il freddo si fanno sentire.
VOGLIA DI RICOMINCIARE
Il desiderio di tornare alla normalità, però, è fortissimo. 150 attività produttive e commerciali sono già riprese, altre seguiranno. L’apertura del parrucchiere in una delle tendopoli ha avuto un effetto psicologico, così come l’inizio dell’arrivo di materiale mirato dai donatori di tutta Italia. Computer per un internet point (se ne stanno facendo carico i rugbysti di Firenze), per esempio.
PENDOLARI BLOCCATI
La riapertura delle attività e il controesodo degli sfollati che erano ospitati sulla costa hanno creato problemi ai caselli della A24 e della A25. Problemi che hanno scatenato la protesta del presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane: «La situazione ai caselli è vergognosa e sconcertante. La Società Autostrade non può considerare questo come un normale esodo. Si adoperi per fronteggiare l’emergenza».
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