Per l’ufficio è malato, ma vende mobili
L’architetto Alvaro Colonna, 62 anni, già al centro dell’inchiesta del pm Massimo De Bortoli sui funzionari e impiegati assenteisti della Sovrintendenza, non è uno che ama stare con le mani in mano. Anche se è ammalato lavora. Ma non nell’ufficio dello Stato dal quale dipende ed è pagato, ma in realtà nel negozio di mobili e complementi d’arredo di cui è socio. Si chiama «Studio A.R. di Piero Fabbro s.a.s.» e si trova in via San Francesco a pochi metri dal Tribunale.
Colonna è finito - nuovamente - nei guai come finto malato. Praticamente è accusato di truffa. L’episodio contestato dal pm De Bortoli porta la data dello scorso 23 gennaio. Quel giorno, come hanno accertato i finanzieri della Tributaria, l’architetto risultava ammalato con tanto di certificato medico. Per questo era giustamente assente dal suo ufficio alla Sovrintendenza in piazza Libertà. E invece lo hanno poi trovato nel negozio di via San Francesco. Da qui - inevitabile - la comunicazione al pm.
L’altra mattina i finanzieri si sono nuovamente presentati su ordine del pm De Bortoli nel negozio di arredamenti di via San Francesco. Hanno effettuato una approfondita perquisizione alla ricerca della documentazione relativa agli affari trattati da Colonna nel periodo in cui era assente dalla Sovrintendenza per malattia. Gli investigatori hanno cercato, in particolare, i documenti relativi alla riscossione dei pagamenti dei mobili e anche la fatture emesse dall’architetto ammalato.
L’accusa principale nei confronti di Colonna come detto è quella relativa all’assenteismo. Secondo gli accertamenti della Tributaria ha collezionato un totale di 41 ore di assenza dall’ufficio tra il 19 agosto 2010 e il 28 febbraio 2011. Nel dicembre del 2011 era finito nei guai per una piccola storia di corruzione. Non aveva saputo rifiutare l’invito dei vertici della Starhotels, la società proprietaria dell’albergo Savoia Excelsior. Aveva trascorso - gradito ospite - due notti a Torino con moglie e figlia. Un omaggio che l’accusa aveva definito come indebita retribuzione collegata al suo ruolo di funzionario dei Beni culturali. Era stato proprio Colonna a firmare, assieme al collega Marino Sain, il via libera per la ristrutturazione dell’Excelsior. Ed è proprio quello dell’architetto Marino Sain, 58 anni, un altro dei nomi inseriti nella lista degli indagati per assenteismo dal pm De Bortoli.
Ma il nome di Colonna (oltre che di Sain) compare in calce a una vibrata lettera inviata un anno fa alla neosoprintendente Maria Giulia Picchione «in merito alle condizioni operative e gestionali che si sono create conseguentemente all’ultimo degli infiniti cambi di dirigenza». Condizioni definite «insostenibili» per «l’espletamento del lavoro». In questa situazione, si legge, il personale è chiamato a operare in condizioni ancora più pesanti di quelle precedenti, «già critiche». Insomma, tanta fatica. Anche per uno come l’architetto Alvaro Colonna che sicuramente non se ne sta con le mani in mano. Anche al di fuori dell’orario di lavoro. E anche se ammalato.
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