Per Lubiana il Fvg è “zona rossa”. Stop a spesa e benzina in Slovenia

Si passa solo con certificato di negatività. Ma valichi aperti per transfrontalieri, proprietari di beni e viaggiatori di affari
Code al confine sabato 24 ottobre, subito dopo la decisione di Lubiana di chiudere i confini da lunedì
Code al confine sabato 24 ottobre, subito dopo la decisione di Lubiana di chiudere i confini da lunedì

LUBIANA Confine con la Slovenia, si ritorna al passato, alla primavera scorsa. Niente più libero transito. Il governo di Lubiana venerdì sera, poco prima della mezzanotte, ha varato un nuovo decreto sulla gestione dei  confini di Stato nell’attuale emergenza pandemica.

Sabato 24 ottobre. Lipizza, si sono formate le prime code davanti al distributore di benzina dopo la decisione di Lubiana di chiudere da lunedì 26 ottobre il confine sloveno agli italiani (foto Lasorte)
Sabato 24 ottobre. Lipizza, si sono formate le prime code davanti al distributore di benzina dopo la decisione di Lubiana di chiudere da lunedì 26 ottobre il confine sloveno agli italiani (foto Lasorte)


Il risultato che più direttamente riguarda il Friuli Venezia Giulia è che la regione, assieme ad altre 13 in Italia, è stata battezzata come “zona rossa” per l’alto numero dei contagi da Covid-19 e per questo motivo i residenti nella nostra regione non potranno, a partire da domani, attraversare il confine se non esibendo l’esito negativo di un tampone effettuato in un Paese Ue o dell’area Schengen non oltre le 48 ore precedenti il momento del transito. Oppure, in assenza di tampone negativo, ci si dovrà sottoporre a regime di quarantena per 10 giorni.

La Slovenia chiude i confini da lunedì, il Fvg finisce in zona rossa. Prime code ai distributori
La Slovenia chiude i confini con l'Italia da lunedì 26 ottobre. L'annuncio è di sabato all'ora di pranzo: alle 16 si sono formate già le prime code ai distributori (foto Lasorte)


La regola generale ha però alcune deroghe importanti. Innanzitutto l’attraversamento del confine resterà “libero” per i lavoratori transfrontalieri, per chi possiede un bene in Slovenia (barca, aereo o casa), per chi ha terreni agricoli, per le visite mediche o per urgenti motivi di famiglia. Il tutto dovrà essere confermato da documentazione ufficiale.

Lokev, prime code ai distributori dopo la decisione di Lubiana di chiudere il confine da lunedì 26 ottobre (foto Lasorte)
Lokev, prime code ai distributori dopo la decisione di Lubiana di chiudere il confine da lunedì 26 ottobre (foto Lasorte)

Libero passaggio anche per chi in Slovenia solamente transita per recarsi in un altro Stato, ad esempio in Croazia o in Ungheria. Il transito dovrà essere effettuato entro 12 ore dall’ingresso nello Stato. Da dimenticare invece il pieno di benzina o il cambio gomme per chi, e sono molti a Trieste e Gorizia, ha gli pneumatici invernali da un gommista oltre confine.

Lubiana potrebbe anche ricostituire le unità sanitarie di controllo sui principali valichi con l’Italia mentre i valichi secondari restano aperti, ma solo per i residenti in Fvg, ovviamente con gli stessi divieti.

La Slovenia, dunque, dove anche ieri i nuovi contagi sono stati da record, 1961 su 7.025 tamponi effettuati e con 19 morti, vive in una fase di nuovo lockdown che il governo Janša ha fatto digerire ai propri concittadini inoculandolo per gradi. L’unica differenza con la primavera scorsa è che, per ora, la gente può liberamente muoversi ma solamente all’interno della propria regione e con il trasporto pubblico ridotto a un terzo della propria capacità, i negozi, i bar, i ristoranti, gli alberghi, le parrucchiere e i barbieri, i casinò e gli autolavaggi chiusi. Senza dimenticare il coprifuoco dalle 21 alle 6 del mattino.

Tornando al nuovo regime di transito ai confini deciso dall’esecutivo sloveno da notare che, ad esempio, tutte le regioni austriache meno la Carinzia sono considerate zone rosse. La Serbia da zona verde è stata declassata ad area arancione (ma i suoi cittadini possono entrare liberamente in Slovenia come tutti quanti provengano da Paesi “arancioni” o “verdi”), mentre non tutta l’Italia è diventata da zona arancione a zona rossa. A Friuli Venezia Giulia fanno compagnia l’Abruzzo, la Valle d'Aosta, la Campania, l’ Emilia-Romagna, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria, il Veneto e la provincia autonoma di Bolzano.

Il capo del gruppo consultivo del governo presso il ministero della Salute, Bojana Beović, ha detto a Radio Slovenia che i numeri elevati di nuovi contagi non la sorprendono: «Un simile corso - ha affermato - i numeri cresceranno ancora, la domanda è se non cambieremo il modo di eseguire i test con un numero così elevato di positivi, in quanto tale lavoro è impossibile e si possono ottenere dati sul movimento dell'epidemia da quante persone vengono ricoverate in ospedale». Il gruppo di esperti non sta prendendo in considerazione misure aggiuntive, quelle attualmente in vigore dovrebbero sortire i loro effetti. —

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