Per le Terme romane 300mila euro l’anno
Ora ci siamo. Le Terme romane di Monfalcone riceveranno dalla Regione 300mila euro l’anno. È questo il budget aggiuntivo, già peraltro anticipato attraverso l’inserimento della quota nell’ambito dei finanziamenti dedicati al settore termale, in relazione all’accreditamento regionale per gli impianti del Friuli Venezia Giulia. Quantum aggiuntivo, pertanto, incassato dal sito di via Timavo.
A confermarlo è stato lo stesso assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca.
L’iter è quindi completato e la delibera di assegnazione del finanziamento per le Terme romane è pronta. Sarà portata in giunta domani o, al più tardi, la prossima settimana per la relativa approvazione.
Ormai dunque è solo questione di giorni. Una volta approvata la delibera giuntale, il procedimento di accreditamento a fronte del relativo convenzionamento sanitario ai fini dell’erogazione dei 300mila euro sarà di fatto automatico. Comunque rapido. La Regione, infatti, provvederà alla formale comunicazione sia alla società gestore dell’impianto di via Timavo, Terme Romane Srl, sia dell’Azienda sanitaria Isontina-Bassa Friulana, per le procedure del convenzionamento.
Con questo importante passaggio diventa operativa l’applicazione del ticket previsto dal Sistema sanitario a favore dei pazienti affetti da specifiche patologie.
A fronte dei 300mila euro così stabiliti quale tetto massimo annuale per l’impianto monfalconese, viene dunque riconosciuto a tutti gli effetti il sito termale, al pari degli altri due impianti, quello di Grado e di Arta Terme.
L’impegno per le Terme romane di Monfalcone sarà quindi quello di contribuire a contenere le “fughe” degli utenti dalla nostra regione verso altre località, in particolare nel vicino Veneto.
Per la Regione stessa si tratta di una scommessa, come ha osservato anche l’assessore Telesca, considerando che lo stabilimento cittadino è caratterizzato da peculiarità e prestazioni sanitarie in grado di poter richiamare gli utenti. Un’offerta sanitaria, quindi, rientrante nei requisiti di legge previsti dal settore, e di qualità.
Il fatto di poter avere a disposizione il ticket sanitario va proprio nella direzione di sviluppare l’offerta termalistica, dirottando i pazienti a Monfalcone, riducendo pertanto le emigrazioni oltre confine regionale.
A questo punto toccherà alle Terme romane non solo consolidare il flusso degli attuali utenti, peraltro, come già dichiarato dalla società gestore in costante crescita, ma di diventare un punto di riferimento attrattivo, capace di richiamare gli utenti della nostra regione, ma anche di altre provenienze.
Nè è escluso che, qualora questa scommessa segnerà una riduzione effettiva della “fuga” superiore anche a quanto previsto, il finanziamento di convenzione possa essere proporzionalmente aumentato.
A questo punto, ci sono tutti gli strumenti utili per poter puntare ad una vera e propria svolta.
Con questo ultimo passaggio si chiude un iter lungo e complesso. L’inaugurazione dello stabilimento termale era avvenuto il 21 dicembre 2013, dopo un intervento di recupero delle caratteristiche strutturali e architettoniche originali della palazzina di via Timavo, a fronte anche della bonifica dell’area circostante.
Un’operazione da 6,5 milioni di euro, sostenuti, in base all’accordo di project financing, dal pubblico e dal privato, la società Terme Romane Srl.
Le Terme romane nel marzo scorso avevano ottenuto l’okay all’accreditamento, a seguito del giudizio positivo espresso dalla Commissione tecnica regionale, che aveva eseguito il relativo sopralluogo allo stabilimento.
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