Per la Bisiacaria un inno a ritmo di polka
TURRIACO. I bisiachi hanno il loro inno e a pensarci a portarlo in giro per il mondo c'è il Gruppo costumi bisiachi di Turriaco che l'ha creato, proprio sentendo nelle sue numerose trasferte all'estero la mancanza di un canto identificativo della terra compresa tra Timavo e Isonzo.
Scritto da Livio Glavich, musicato da Massimiliano Natali e Caterina Biasiol, l'Inno ai bisiachi ha avuto una anteprima al Cantafestival della Bisiacaria lo scorso ottobre, riscuotendo molto interesse. Tanto che lo spartito è già stato richiesto da diversi maestri dei cori del territorio per essere inserito nei loro repertori. In occasione dell'assemblea dell'Usci Gorizia, l'Unione delle società corali italiane, la presidente dei Costumi, Caterina Chittaro, ha consegnato lo spartito dell'inno alla presidente provinciale Lorena Fain per la sua diffusione tra i cori della provincia di Gorizia. Nella stessa occasione lo spartito è stato donato anche al presidente dell'Usci regionale, Franco Colussi, che ha molto apprezzato la sensibilità del Gruppo e l'amore verso la propria terra.
L'Associazione culturale bisiaca ha intanto pubblicato l'inno sull'ultimo numero di Bisiacaria presentato nel dicembre scorso (e su YouTube è visibile la registrazione al Cantafestival). Chiunque desideri una copia può in ogni caso rivolgersi al Gruppo, che ha voluto rendere ormaggio alla propria terra diventando curatore editoriale. L’autore del testo è Livio Glavich, in arte “El Giga”, scrittore eclettico e prolifico, indissolubilmente legato alla sua zona d’origine. La musica è di Massimiliano Natali e Caterina Biasiol: giovane compositore e versatile musicista lui, maestra del Coro del Gruppo con una lunga esperienza corale alle spalle lei. Insieme, hanno saputo tradurre le parole di Glavich in una godibilissima polka, dal ritmo brioso e immediatamente orecchiabile, che evoca le ottocentesche danze boeme da cui trae origine.
Tutto nasce da un’idea che il Gruppo Costumi accarezzava da tempo: girando l’Europa durante le trasferte era sempre complicato parlare della Bisiacaria anche perché nessuna carta geografica italiana ne attesta l’esistenza e mancando una canzone simbolo con cui identificarsi. «Come talvolta accade - spiega Caterina Chittaro -, l’intenzione rimasta a lungo nell’aria si è poi concretizzata sorprendentemente nell’arco di una giornata con l’incontro di Glavich con la coppia Natali-Biasiol». (l.b.)
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