Per i 50 anni di Panini il Tir delle figurine fa il pieno in piazza
La carovana dello storico marchio modenese ha attratto collezionisti di tutte le età desiderosi di scambi e di nuovi acquisti

L'assalto è iniziato presto, attorno alle 10, in netto anticipo rispetto all'apertura ufficiale del "Truck Panini", la carovana dello storico marchio modenese di figurine che da mezzo secolo inquadra tra colla e pazienza l'amore per il calcio di milioni di italiani. Un compleanno da festeggiare, una passione da ribadire, senza tempo o limiti di età.
È quanto accaduto anche ieri in piazza Unità, una delle quaranta tappe del tour della "Panini". Dal felice azzardo dei fratelli Panini nel 1960 ad oggi poco in realtà è cambiato: al di là di grafica, materiali e contenuti il respiro del collezionista è rimasto intatto, fatto di meticolosa cura degli album e di una benevola bramosia di possesso di volti divenuti ricordi, di maglie tramutate in tesori. Immutata, salda e mai statica nemmeno l'icona simbolo del marchio, la rovesciata stilizzata di Carlo Parola, il logo che ieri ha troneggiato in piazza Unità a testimoniare la longevità di una tradizione italiana che riesce a riflettere uno degli ultimi lati buoni del calcio nazionale.
Qui si invoca il libero scambio e il mercato è sempre lecito, aperto, con tratti forse non sempre equi ma costantemente solidali, anche con l'anagrafe. «Le colleziono dagli anni '70 e ora ho superato abbondamentemente la sessantina - confessa Claudio - Ho provato in realtà a trasmettere la passione ai nipoti ma invece è rimasta più forte dentro di me. Se loro preferiscono le moderne tecnologie, io mi rivedo quando correvo in edicola a comprare la "bustina" di figurine e poi cercare un amico per scambiare le immancabili doppie». A smentire in parte nonno Claudio ci hanno pensato invece Tommaso e Camilla, fratelli di 8 e 6 anni, accompagnati dalla madre e tra i primi ad accorrere alla corte della carovana Panini. Tommaso, tifoso milanista e fan di Donadoni, guidava le operazioni di smistamento delle figurine e puntava a completare l'ultima raccolta. Camilla con sereno distacco operava invece da assistente, supportando il fratello. Strategie utili che rasentavano quasi il marketing. «Il bello è anche questo, lo sviluppo delle generazioni - sottolinea Milena Colombini, portavoce del tour promozionale Panini - a distanza di anni ora sono i figli a darsi da fare nelle raccolte e i genitori, quasi dei complici, molto sereni per una passione positiva che continua».
E ci volevano proprio i 50 anni per tentare di svelare uno degli arcani, forse leggendari, che accompagnano la storia delle collezioni "Panini". La fatidica figurina ritenuta da sempre introvabile, quella del calciatore Pizzaballa, portiere dell'Atalanta, avrebbe una spiegazione in realtà molto semplice. All'epoca, durante il campionato 1963-64, il giocatore si ammalò, a quanto pare proprio durante la compilazione dell'album e la sua immagine venne messa sul mercato solo molto più tardi e in numero decisamente ridotto, diventando sia una sorta di rarità delle raccolte che una dannazione per i collezionisti.
Se una volta lo scambio tra complici si risolveva a suon dei gergali "manca e ce l'ho" e sortiva bottini che si estendevano a volte oltre ai recinti degli album, magari a porzioni di merende; ieri invece la borsa valutaria indicava un altro metodo nello scambio delle figurine. Un'applicazione iPhone valeva 5 figurine al mercato di piazza Unità. L'emblema del cambiamento: interessante per i giovani, nullo per gli anziani. Quelli ancora alla ricerca di Pizzaballa.
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