Per concerti e gare top c’è il minimo garantito

Anche in caso di flop di un evento al Rocco l’amministrazione cittadina incassa non meno di 12mila euro
Lasorte Trieste 11/06/12 - Stadio Nereo Rocco, Concerto di Bruce Springsteen
Lasorte Trieste 11/06/12 - Stadio Nereo Rocco, Concerto di Bruce Springsteen

Perché fissare un prezzo d’affitto quando l’inquilino, talvolta, con quell’affitto può farci un mucchio di soldi? Nei grandi impianti sportivi cittadini, dove un’ora nella palestra sotterranea si compra pure con una banconota da dieci, la tariffa per eventuali “top-events” è variabile e si calcola in base a determinate percentuali. Partiamo dall’ipotesi numero uno, pecuniariamente parlando. Allo stadio Rocco un cliente che organizza «eventi non sportivi con ingresso del pubblico a pagamento», concerti per intenderci, deve pagare al Comune il 10% degli incassi netti. E se poi sono un flop? Niente paura. Il Tariffario indica un «minimo garantito»: fanno 14.882 euro, che diventano 16.234 se la manifestazione del caso si fa la sera e si deve provvedere all’«attivazione dell’impianto di illuminazione». A queste cifre vanno aggiunti 677 euro forfetari per allestimenti vari più ulteriori 677 euro per ogni giornata di utilizzo extra per preparativi prima e smontaggi poi. I minimi garantiti calano, quindi, se gli eventi sono sportivi. Si va dai 12.176 euro (13.529 con l’illuminazione) e in alternativa il 10% degli incassi netti per «eventi di elevato livello tecnico e dimensione internazionale». Le partite di serie A, o quelle di Coppa, com’è successo in passato. Si scende infine a 6.088 euro (6.764 con le luci) o il 6% degli incassi per «altri eventi sportivi con ingresso a pagamento».

Il PalaRubini può rendere al Comune minimi garantiti da 4.059 euro per «eventi sportivi» e 2.030 per «eventi non sportivi», o il 6% del botteghino se si va oltre. Più economico il palazzetto di Chiarbola, dove le due tipologie «eventi sportivi» e «non sportivi» valgono minimi garantiti rovesciati, rispettivamente da 1.353 e 3.382 euro (più 542 forfetari per gli allestimenti solo nel secondo caso).

Volendo insomma fare una proporzione, banale quanto impropria, l’ex Pescheria sta al Tariffario della cultura come il Rocco sta al Tariffario dello sport. Prova ne sia, facendo un saldo indietro, che non c’è confronto tra ciò che costa una giornata di «riprese cinematografiche e televisive» al Salone degli Incanti rispetto a tutti gli altri «beni culturali». All’ex Pescheria ci vogliono come detto 2.652 euro più Iva, altrove 657 più Iva. Quanto poi all’«uso occasionale degli spazi», diversi dal megacontenitore delle Rive, sintomatico è il fatto che la «tariffa giornaliera» diventa frazionabile. Ventiquattr’ore in «cortili e giardini, compresa la serra di Villa Revoltella», per «spettacoli e cene» costano 1.973 euro più Iva (diventano 1.183 per «convegni»). Una giornata in «dimore storiche» vale invece tra i 1.642 (convegni) e i 2.628 euro più Iva (spettacoli e cene), una in «interni non decorati» tra i 986 e i 1.315 più Iva, anche qui a seconda che ci si facciano cose più seriose come un convegno o altri più spassose come uno spettacolo o una cena.(pi.ra.)

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