Peperino sbarca a Gorizia. Oggi l’apertura

Peperino sbarca anche a Gorizia. Dopo venti mesi di inattività, lo storico locale di corso Italia 106 del capoluogo isontino, sede per decenni del Caffè Morocco, torna a vivere, ma lo fa con un’altra pelle. Da oggi ci sarà una pizzeria che darà lavoro a undici dipendenti. Con l’inaugurazione delle 19 comincia questa sera l’avventura goriziana della catena Peperino che a Trieste si identifica in Pietro Savarese. «Non mi aspettavo tanto clamore», osserva Nicola Taglialatela. Il titolare del Peperino nei mesi scorsi aveva tenuto un profilo bassissimo - era anche il periodo più caldo dell’inchiesta per riciclaggio sulla catena stessa avviata dal Comando provinciale della guardia di finanza di Trieste e dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Udine sotto il coordinbamento della Direzione distrettuale antimafia di Foro Ulpiano - ma questo non aveva raffreddato l’interesse nei confronti del suo progetto imprenditoriale.
L’avvocato campano gestirà il locale in maniera diretta e ricorda come l’iniziativa sia il frutto di un opportunità che gli si è presentata e che lui ha semplicemente colto al volo. «Non conosco il mercato goriziano e quindi non so cosa aspettarmi esattamente, ma riapriamo un pezzo di storia della città e qui ho visto tanta positività. Questa regione risponde sempre bene nei confronti di chi viene per fare impresa». Peperino proporrà cucina “verace napoletana” e per questo oggi il testimonial arriverà dalla pizzeria gourmet Ammaccàmm di Pozzuoli. «Il maestro pizzaiolo Salvatore Santucci è uno tra i dieci migliori pizzaioli d’Italia, e quindi del mondo», ricorda Taglialatela: «Tra i miei dodici locali, l’Ammaccàmm è la punta di diamante. Lì facciamo ricerca sugli impasti e sulle farine, ma quello che più di tutto è importante e mi interessa è creare nuovi posti di lavoro. A Gorizia lavoreranno sei persone in sala, tre in cucina e altre due in pizzeria. Tutto il resto non conta».
Gli spazi dell’ex Morocco sono chiusi dal maggio di due anni fa. Il locale è stato gestito per lungo tempo da Claudio Macuz, proprietario dei muri, e fino al 30 gennaio 2006 ha rappresentato uno dei luoghi simbolo della movida cittadina. Grazie alla sua posizione strategica all’angolo con via Locchi e alla sua offerta che spaziava dai gelati ai cocktail, per tutti gli anni Novanta era stato il punto di ritrovo per una clientela molto variegata. Dopo la sua chiusura, era stato temporaneamente trasformato nel quartiere generale della prima campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Ettore Romoli. A riportarlo in auge e alla sua funzione originaria era stato nel 2009 un terzetto di giovani imprenditori. Elisa Pozzar, Ivo Filigi e Alex Coletti lo avevano riaperto mantenendone sia il nome sia la filosofia, ma dopo sei anni, nel 2015, la loro avventura imprenditoriale si era interrotta.
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