Pensioni, ritocco in Austria. “Minima” oltre i mille euro
UDINE
L'Austria ha deciso di aumentare le pensioni, a partire soprattutto da quelle più basse, con un adeguamento superiore al doppio del tasso di inflazione. Che il provvedimento cada alla vigilia delle elezioni comunali di Vienna e che ad annunciarlo sia proprio il ministro delle Finanze, Gernot Blümel, candidato sindaco a quelle elezioni per l'Övp (il Partito popolare), non è certo un caso. E pur tuttavia la notizia è stata accolta con favore anche da tutti i partiti di opposizione, nonché dai rappresentanti dei pensionati e perfino dalla Caritas.
Il “partito dei pensionati” conta in Austria due milioni di iscritti (su quasi 9 milioni di abitanti) ed elettoralmente conta molto. È comprensibile, pertanto, che nessun partito voglia mettersi di traverso quando viene annunciata una misura in loro favore. Soprattutto se, come in questo caso, viene in soccorso dei titolari di pensioni minime, che finora non avevano beneficiato degli aiuti erogati per il Covid-19, basati su un abbassamento dell'aliquota del primo scaglione di imposta (le pensioni minime erano già esenti dall'imposta e pertanto erano rimaste invariate).
In Austria le pensioni hanno un adeguamento annuale rapportato al tasso di inflazione. Quest'anno sarebbe stato intorno all'1,5%. Il recente provvedimento prevede invece che per le pensioni fino a 1.000 euro l'adeguamento sia del 3,5%. Per le pensioni superiori e fino a 1.400 euro l'aliquota scenderà gradualmente fino all'1,5. Per le pensioni più alte, da 2.333 euro in su, l'aumento non sarà più proporzionale, ma di un importo fisso di 35 euro.
Il provvedimento avvantaggia tutti, ma in particolare le pensioni più basse. Sarà formalmente approvato nel consiglio dei ministri di domani ed entrerà subito in vigore, perché gli aventi diritto possano ricevere il bonifico aggiornato già il 5 ottobre, ovvero sei giorni prima delle elezioni viennesi. Le pensioni minime in Austria ammontano a 966,65 euro. Grazie all'adeguamento da ottobre tutte le pensioni saranno sopra la soglia simbolica dei 1.000 euro.
L'operazione avrà un costo di circa 1 miliardo nel bilancio del 2021. Il suo scopo principale è di perequazione nel “partito dei pensionati”, ma anche di iniettare maggiore liquidità nei ceti meno agiati, che si tradurrà – questo l'auspicio – in un aumento dei consumi, contribuendo così a rianimare un parte un'economia piegata dal Coronavirus.
È la stessa ragione per cui tempo fa era stata abbassata l'aliquota del primo scaglione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche dal 25 al 20%. Riguarda i redditi tra gli 11.000 e i 12.000 euro (quelli più bassi non sono colpiti dall'imposta). Così, per esempio, il titolare di una pensione di 1.400 euro averà un adeguamento pensionistico “normale” (1,5%), ma grazie alla riduzione dell'aliquota del primo scaglione incasserà ogni anno 244 euro in più. Lo sconto fiscale decorre dal 1. settembre, per cui anche questo effetto si vedrò sul conto in banca già dal prossimo 5 ottobre.
A proposito di aliquote fiscali sui redditi delle persone fisiche, vale la pena osservare che in Austria si impennano molto più che in Italia. Quella tra 18.000 e 31.000 euro è del 35%. Fra 31.000 e 60.000 euro sale al 42%. Da 60.000 a 90.000 euro è del 48%. Per i redditi più alti, fino a un milione, l'imposta è del 50%, per i redditi superiori si arriva al 55%. —
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