Pensioni, la Cgil fa i conti a Renzi: «Bonus per 130mila in Fvg»
TRIESTE. «Siamo di fronte a una rivalutazione poco più che simbolica»: alla Spi-Cgil regionale, il sindacato dei pensionati, si studiano le proiezioni sull’effetto bonus di Renzi cercando di chiarire a quanti sarà restituito. In base a questa analisi, basata sui dati del Casellario centrale dell’Inps, saranno quasi 130mila i pensionati del Friuli Venezia Giulia che il 1° agosto riceveranno gli assegni annunciati dal governo come parziale restituzione della mancata rivalutazione nel biennio 2012-2013.
Di questi quasi 33 mila sono i pensionati triestini. Poi ci sono circa 54mila udinesi, 18mila goriziani, oltre 27mila pordenonesi. «Il numero totale - spiega il segretario regionale Ezio Medeot - tiene conto anche di circa 6mila trattamenti già parzialmente rivalutati negli anni in questione». Ma qui - insistono alla Spi Cgil - si deve considerare il reddito complessivo da pensione non il singolo importo (per ciascun cedolino da pensione) per tracciare un quadro definito dell’impatto del bonus renziano nelle tasche dei 370 mila pensionati del Friuli Venezia Giulia che arrivano a 530mila se si considerano tutti i trattamenti. Altre stime, come quella che abbiamo riportato lunedì in base al solo numero dei trattamenti pensionistici in base a dati Inps, quantificano i beneficiari in 90mila se si considera un minimo di 1500 euro lordi in su e non comprendendo il segmento fra i 1400 e i 1500 euro.
La Cgil scompone i 130 mila in attesa di bonus in tre fasce: sono rispettivamente tra 71 e 73.000 mila nella fascia 3-4 volte la minima (1.400-1.900 euro lordi nel biennio 2012-2013), 41mila nello scaglione immediatamente superiore (1.900-2.400 euro) e dai 17mila ai 20mila nella fascia 2.400-2.900 euro, l’ultima interessata dal provvedimento del Governo, che ha invece escluso i trattamenti superiori a 6 volte l’importo minimo (oltre i 2.900 euro). Medeot ricorda che i dati da prendere a riferimento non sono gli importi dei singoli trattamenti pensionistici, ma i redditi da pensione dei circa 370mila pensionati per importi compresi tra 3 e 6 volte quello della pensione minima (oggi circa 500 euro lordi mensili, ma 470 euro nel 2012 e 485 nel 2013).
Ma quanto viene in tasca ai pensionati? Secondo la Uil nazionale un pensionato, con un trattamento tra 3 e 4 volte il minimo, a fronte di 3.074,88 euro lordi spettanti, avrà 726 euro lordi, il 23,61% di quanto dovuto, percentuale che scende al 4,55 % per le pensioni da 2.700 euro lorde mensili.
Più articolata la spiegazione della Spi–Cgil del Fvg che ricostruisce in una tabella il doppio passo del bonus di Renzi. Per esempio, se consideriamo la fascia 1.405-1.873 euro, per un arretrato di 900 euro nel biennio 2012-2013 l’importo medio del bonus medio (netto) che arriverà in tasca ai pensionato sarà di 750 euro. Ma poi c’è anche la rivalutazione potenziale: qui il governo su 910 euro ne restituirà solo 180.
Sul tema arretrati la Cgil è molto critica e considera le anticipazioni fornire dal presidente del Consiglio Renzi e dal ministro dell’economia Padoan quantomeno confuse: «Qui non si capisce nel dettaglio- dice Medeot - quali siano i criteri applicati. Ciò che è certo – spiega – è che gli arretrati e soprattutto la rivalutazione degli assegni annunciati dal Governo saranno sensibilmente inferiori a quanto maturato dai pensionati. Quello di agosto, presentato come un bonus, è in realtà un risarcimento parziale, con percentuali di restituzione che sembrano assestarsi sull’80% nella fascia 1.500-2.000 euro, per scendere al 55% nella fascia 2.000-2.500 euro e al 40% tra i 2.500 e i 3.000 euro».
Per la Cgil entità e tempi di adeguamento degli assegni vanno invece ricalcolati tenendo conto della rivalutazione perduta con un’inflazione che negli anni in questione è stata del 2,6 e del 3%. Per la Spi-Cgil «il riallineamento da riconoscere dall’inizio di quest’anno sarebbe di circa 80 euro mensili lordi, circa 60 netti, per una pensione di 1.750 euro lordi. Il Governo, invece, ha parlato di 15 euro netti mensili, importo che andrà a scalare progressivamente a 8 e 5 euro per le pensioni più alte. Ora spieghi meglio come intende tutelare il potere di acquisto dei pensionati sia rispetto alle rivalutazioni pregresse sia a partire dal 2016».
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