Pensionato riassunto, scoppia il caso

In Comune era esperto in gare d’appalto: deve ancora trasferire il suo sapere. I sindacati insorgono

di Piero Rauber

I 2500 e passa “comunali”? Tutti importanti e nessuno indispensabile. Tranne uno. In una delle prossime riunioni la giunta Cosolini approverà una delibera, di «immediata esecutività», in cui si prevede la riassunzione di un dipendente che se n’era andato in pensione il 30 dicembre, dopo aver preso al volo uno degli ultimi treni buoni prima della riforma previdenziale imposta dalla crisi. Si tratta del funzionario Po (un quadro, in un’azienda privata) Guido Giannini, il decano delle gare d’appalto. Il costo della «ricostituzione del rapporto di lavoro», da qui a fine anno, ammonta a 43.111 euro. Soldi già conteggiati - si legge proprio nello schema di delibera - tra le spese per il personale, e che andranno a comporre una delle varie voci del bilancio di previsione 2012, in fase di costruzione.

La protesta

I sindacati, non tutti ma quasi, si professano subito sdegnati. Premettendo di non avercela con il “riabilitato”, le cui qualità professionali non si discutono, si chiedono come sia possibile che da un simile esercito di “comunali” non sia stato pescato per tempo un sostituto, e se sia questo un buon esempio di politica illuminata tesa a garantire un ricambio generazionale, specie in questi tempi di allarme occupazionale.

Le motivazioni

Il motivo di quella che può apparire come una retromarcia - ribattono da palazzo - è la superspecializzazione dell’ex dipendente non più ex, da lui acquisita in anni e anni. Per trasferire la quale a un collega più giovane, però, ci vogliono mesi e mesi. Proprio quelli che in questo frenetico ultimo scorcio di 2011, sostengono gli attuali amministratori, sono mancati.

La delibera

Giannini - recita la delibera di prossima approvazione - era «incaricato di sovrintendere alle procedure consorsuali», cioè «la gestione dei procedimenti di evidenza pubblica nell’ambito del servizio Contratti», il cui ufficio «comprende esclusivamente personale ricompreso nelle categorie B e C (Giannini è D, ndr) con conseguente impossibilità di reperire all’interno le professionalità necessarie per la sostituzione». È che il tempo stringe e nella delibera non si nasconde il fatto che l’ufficio Contratti, dove peraltro si espletano atti «a forte rischio contenzioso», versa «in grave difficoltà in conseguenza del collocamento a riposo del signor Giannini che, pur essendo avvenuto nel rispetto delle norme vigenti, tuttavia non ha consentito, per il limitato periodo di preavviso (tre mesi, il minimo, ndr), di completare il naturale periodo di affiancamento ai fini dell’avvicendamento con altro funzionario».

La riassunzione

Il neopensionato, davanti a tutto ciò, ha dato la sua «disponibilità a essere prontamente riassunto», dunque a congelare di fatto Tfr e assegni-pensione, tornando a essere retribuito con busta-paga del Municipio. Cosa che avverrà, nonostante la contrarietà espressa giovedì scorso da Ugl, Cisl e Cgil (voce fuori dal coro la Cisal Alpis) alla delegazione trattante dell’ente guidata dal segretario generale Filomena Falabella.

I sindacati

«A quel tavolo - fanno sapere dall’Ugl - si è ipotizzato che se non c’è Giannini il Comune dovrebbe affidarsi a una società esterna. Un insulto verso il qualificato personale del Comune, da sempre un punto di riferimento per le altre amministrazioni locali. Eppoi quei 43mila euro sono a scalare dalla disponibilità per nuove assunzioni. Si privilegia insomma un pensionato a un giovane disoccupato. E così passa il concetto che se viene a mancare all’improvviso un funzionario, la macchina si ferma».

«Una decisione - fa eco il delegato Cisl Walter Giani - che ci meraviglia. Pensavamo che con la nuova giunta di centrosinistra, dichiaratasi sensibile ai problemi occupazionali e ai giovani senza lavoro, certe richiamate in servizio non si ripetessero più. E invece...». «Il funzionario di cui si parla - insiste dalla Cgil Oreste Fella - ha maturato quelle competenze in 20, 30, 40 anni. E in tutto questo tempo non si è riusciti a trasferire un simile patrimonio a eventuali sostituti? Uno spreco assurdo di risorse di quello che dovrebbe essere l’ente più vicino ai bisogni e alle aspettative, anche di nuova occupazione, dei cittadini».

La voce fuori dal coro

«Alcune motivazioni addotte dai colleghi possono essere valide - chiosa l’ex Uil Marino Kermac oggi Cisal Alpis - resta il fatto che, se per il Comune questa figura è attualmente indispensabile, e viene ripresa nella cornice delle regole vigenti, non si può formalmente avere niente in contrario».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo