Pensionati in coda per ritirare l’assegno Ma non c’è contante
di Tiziana Carpinelli
Va a ritirare il denaro, ma resta a mani vuote perchè la Posta è rimasta senza contante. E così l’anziano è costretto, dopo essersi sorbito già una lunga fila, ad attendere nell’angolino che qualche altro cliente rimpingui le casse, per poter ricevere infine la somma richiesta. Stessa sorte tocca, dopo di lui, a un’altra cliente che però, evidentemente, di aspettare ancora non ne vuol proprio sapere e se ne va via, con un diavolo per capello. L’incresciosa impasse allo sportello è avvenuta alla filiale di Panzano delle Poste italiane. Potrebbe essere la “prova generale” di cosa capiterà alla vigilia dell’obbligo, imposto ai pensionati dalla “manovra Monti”, di aprire un conto corrente per ritirare il loro assegno mensile. Episodio singolare, certo, quello dell’ufficio rimasto a corto di contante, ma non nuovo.
Il problema della liquidità ha in questo caso toccato da vicino soprattutto gli anziani che con maggiore frequenza si rivolgono alle Poste per il ritiro della pensione. Spesso infatti, nel rione operaio, i pensionati sono costretti a rimanere in coda per quasi un’ora e talvolta capita pure che lo sportello risulti sprovvisto del contante necessario a soddisfare le diverse richieste. «In particolare per la popolazione anziana - ha sostenuto un cliente in coda - ci dovrebbe essere un maggiore riguardo, per far sì che le file, per un servizio pubblico, siano tollerabili». L’azienda, dal canto suo, parla di «disguido»: «Non è affatto vero - che Poste italiane non ha contanti per corrispondere le pensioni: gli uffici centrali quotidianamente spediscono il denaro necessario all’utenza sulla base dei prelievi previsti per quella data giornata in filiale. Dunque deve essersi trattato di un incidente di percorso. Va detto che molti anziani amano fare la fila in Posta, perché è un modo per socializzare, ma ogni inconveniente verrebbe ridotto se la categoria si facesse addebitare la pensione sul libretto postale o su un conto corrente: le somme di denaro, allora, potrebbero essere ritirate ovunque, attraverso il Postamat». Proprio questo, però, è per il sindacato dei pensionati, in particolare per Spi-Cgil un punto critico, «poiché - come ha spiegato Giuseppe Torraco - gli anziani non sono informatizzati e in generale non hanno dimestichezza con la tecnologie: specialmente chi è più in là con gli anni è abituato a ricevere in cash la pensione». «Le modifiche ventilate dal governo in questi giorni - ha proseguito - ovverosia la necessità di aprire, al di sopra di una certa somma, un conto anche per il ritiro della pensione va corretto, perché rappresenta un aggravio da un minimo di 36 a un massimo di 70 euro l’anno. Sul tema, poi, c’è generale allarme. L’annuncio che l’aumento delle pensioni riguarderà solo quelle minime (470 euro lordi, ndr), nonostante l’inflazione sia tra i 3,5 e il 4%, è drammatico». «La manovra - ha concluso Torraco - andava fatta sì rispettando il rigore, ma anche l’equità e lo sviluppo: in questi provvedimenti annunciati, gli ultimi due elementi risultano assenti».
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