Penna nera esce dal tunnel del Covid-19: "Aiutato dagli alpini"

Arriva il responso per il presidente goriziano dell’Ana: doppio tampone negativo anche per la moglie e i due figli. «Esperienza dura. Un grazie a tutti gli amici»
La sezione degli alpini di Gorizia al lavoro durante il montaggio della tenda all’esterno del Pronto soccorso del San Giovanni di Dio Foto Bumbaca
La sezione degli alpini di Gorizia al lavoro durante il montaggio della tenda all’esterno del Pronto soccorso del San Giovanni di Dio Foto Bumbaca

GORIZIA Se lo ricorderà a lungo il 18 aprile. Sarà una sorta di festa della “liberazione” per lui e per la sua famiglia. Fulvio Madon, capogruppo della sezione Ana di Gorizia, sua moglie Stefania e i figli Luisa e Enrico sono guariti dal Covid-19. A decretarlo i due tamponi: il primo effettuato il giorno di Pasquetta, il secondo il giorno successivo. Responso? Negativo in entrambi i casi. Sabato scorso, la risposta ufficiale da parte dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina.

Ed è come se quattro persone, mano nella mano, fossero uscite da un tunnel buio, in cui non si intravvedeva l’uscita. «Queste sono giornate primaverili e soleggiate. Ma il sole, oggi, mi sembra ancora più bello e intenso. Anche se tutti, in famiglia, abbiamo accusato sintomi leggeri con mio figlio che è rimasto asintomatico per tutta la durata della malattia, è stata un’esperienza dura. Svegliarsi alla mattina e sapere che nel tuo corpo c’è questo virus subdolo e imprevedibile è angosciante. Ma abbiamo superato il coronavirus. Siamo felici. Siamo pronti, pur con tutte le precauzioni del caso, a tornare a una vita più “normale”».

Madon si era accorto di avere contratto il virus perché, di punto in bianco, non percepiva più gli odori e i sapori, salvo riacquisire questa sensibilità 8 giorni dopo, quando era stata già accertata la sua positività. Ma niente febbre e qualche (limitato) colpo di tosse secca. Lo stesso disturbo (olfatto e gusto assenti) l’avevano accusato la moglie e la figlia, mentre il figlio era ed è rimasto sempre asintomatico.

«Oggi, mia moglie ha ancora qualche problema leggero relativamente a gusto e olfatto ma è guarita. Siamo pronti a riprendere la nostra vita quotidiana. Prossima settimana - racconta il capogruppo degli alpini - riprenderò il mio lavoro. Ringrazio familiari e amici che mi sono stati davvero molto vicini in questo periodaccio. E un grazie di cuore lo rivolgo anche al sindaco Rodolfo Ziberna, i cui contatti con lui erano pressoché quotidiani. Credo che l’emergenza sia stata gestita bene a Gorizia e, a riprova, intervengono i numeri che fortunatamente sono limitati rispetto agli altri capoluoghi regionali».

Ovviamente, un ringraziamento va anche all’Ana. «Mi hanno supportato. Non ci sono stati problemi di contagio, fortunatamente. Mi reputo fortunato di aver avuto accesso ai tamponi. Ci sono in giro tanti asintomatici che diventano portatori di contagio senza rendersene conto. Il fatto che sia stata accertata la positività mia e della mia famiglia ha fatto sì che non si diffondesse il Covid-19. Un grazie agli alpini che garantiscono un sacco di servizi in questo periodo, e mi sono stati sempre vicini».

Infine, l’appello che ripercorre quello formulato già nei giorni scorsi. «Noi il coronavirus ce l’abbiamo avuto. E anche se i sintomi sono stati leggeri è stata un’esperienza davvero pesante. Osservate scrupolosamente le norme di distanziamento sociale, indossate le mascherine e spostatevi solamente se è strettamente necessario».

Ora, quando anche gli esercizi commerciali potranno riprendere gradualmente l’attività, Madon potrà finalmente attuare quello si era ripromesso di fare una volta uscito dal tunnel del coronavirus. Ovvero: comprare un divano nuovo di zecca e anche un mazzo di carte di ramino che sono stati gli “oggetti” più usati in tempi di quarantena forzata. —

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