Pellegrin e le nozze “beffa” del secolo

Lo pseudo imprenditore triestino doveva sposarsi ieri ad Asolo da principe del Liechtenstein. Sparito senza pagare i conti
Di Giulio Garau
Altran Monfalcone-22.07.2011 Presentazione nuovi giocatori Falconstar-Presidente Giorgio Pellegrin-Bar Patriot-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-22.07.2011 Presentazione nuovi giocatori Falconstar-Presidente Giorgio Pellegrin-Bar Patriot-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

C’era una volta Giorgio Pellegrin, ambizioso uomo d’affari di origini triestine, manager, imprenditore, fondatore di una società di comunicazione, già presidente della Falconstar basket, radiata per debiti dal campionato nazionale e salvata per il rotto della cuffia dopo un crac ancora imprecisato (80 mila o diverse centinaia di migliaia di euro?), aspirante panettiere e pasticcere che voleva acquistare un forno, diventato ora principe del Liechtenstein, funzionario internazionale e componente del Parlamento di Vaduz. E come in tutte le favole ogni principe che si rispetta deve “impalmare” una principessa che in questo caso, come nelle più vere storie di Walt Disney è una Cenerentola, eccola, Sandra, semplice dipendente di una ditta locale, incontrata una notte, secondo la “leggenda” sul ponte di Bassano, o piuttosto sui siti per incontri su Internet, che avrebbe dovuto “incoronare” in una megafesta da 1300 invitati a Vaduz. Doveva tenersi ieri alle 11 tra Bassano e Asolo quello che nella zona era ormai diventato il “matrimonio del secolo”, con arrivo in elicottero, scorta con sei guardie del corpo, dieci damigelle “con pelliccetta”, ma che in poche ore si è letteralmente sgretolato, come nella favola, quando la carrozza di Cenerentola si ritrasforma in zucca, con una cinquantina di persone, tra cui molti parenti della sposa, sgomente fuori della chiesa parrocchiale Cà Baroncello di Bassano del Grappa, assieme alla fioraia con un sontuoso tappeto di fiori e abbellimenti per circa 12.500 euro. Nessun principe in arrivo, niente Liechtenstein, niente matrimonio e uno stuolo di artigiani “gabbati” dopo una beffa che farebbe impallidire non solo la “piece” di “Amici miei”, ma anche quella di Totò che in un film aveva tentato di vendere la fontana di Trevi.

Una storia talmente incredibile che, venuta fuori nel cuore delle giornate di Carnevale, è apparsa inizialmente come una splendida burla. Macchè, altro che scherzo! Tutto vero, a cominciare dai buchi lasciati. Non solo 12.500 euro non pagati alla fioraia che si sarebbe trovata in mano un assegno da 10mila inizialmente coperto, poi del tutto scoperto. Ma anche le bomboniere per i 180 ospiti del banchetto, circa 6mila euro, del tutto inutili e soprattutto non pagate, il vestito di lui, della sposa e delle 10 bimbe-damigelle nel negozio di “Nicole Sposi”, con tanto di pelliccette. Tutto da buttar via.

In quel negozio Pellegrin assieme alla promessa sposa Sandra, presentandosi in maniera principesca, era entrato qualche tempo fa, aveva fatto l’ordine e aveva voluto lasciare pure un acconto. Prima 800, dopo 980 euro. Ma la sua carta di credito con tanto di microchip (non si sa di che banca e magari una delle mitiche gold o total black da spesa illimitata) non funzionava, tanto che ha chiesto alla sua fidanzata di fare con la sua. Resta però tutto il saldo da pagare per una cifra (che non si conosce) stimata tra i 5 e i 10mila euro se non più. Si è salvato, sembra, il servizio di catering, circa 6 mila euro, il titolare non ha fornito il cibo alla festa pre-matrimonio di ieri mattina dopo aver capito da giorni che qualcosa di questa fantastica storia “puzzava”, salvo sembra anche il servizio fotografico di Tommy, preventivo 40mila euro per foto sul ponte vecchio a Bassano, l’indomani (oggi) a Venezia, poi in Svizzera e nel Liechtenstein. È andata male invece per l’Asolo Golf Club dove Pellegrin con Sandra avrebbe dovuto fare ieri alle 14 il pranzo, 180 invitati, 27mila euro di prenotazione, senza contare alcune altre migliaia per il pianoforte, sax e la band che avrebbe fatto ballare tutti la sera.

Il responsabile, Giulio Polloni ieri ha chiamato alle 13.30 i carabinieri appena saputo che in giro per Bassano c’era una cinquantina di persone lasciate con un palmo di naso davanti alla chiesa vuota: i parenti e gli amici della sposa. Aveva paura che sarebero venuti a cercarlo lì magari assiame al resto degli invitati dalla Svizzera «inspiegabilmente bloccati», a detta di Pellegrin, con il loro pullman alla dogana prima di Chiasso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo