Pedocin vicino al titolo di “bene culturale”. E apre al progresso: biglietteria automatica

La Soprintendenza ne riconosce il valore storico. Il Comune intanto sceglie gli erogatori di ticket dalla prossima estate
Lasorte Trieste 29/08/15 - Bagno Lanterna, Presentazione Sdraio Accesso al Mare
Lasorte Trieste 29/08/15 - Bagno Lanterna, Presentazione Sdraio Accesso al Mare

TRIESTE Il Pedocin, a un passo da essere promosso “bene culturale” dal Ministero, entra nella modernità e si dota di biglietteria automatica. Il Bagno “Alla Lanterna” beneficia della ricognizione effettuata dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia sui vincoli del Molo Fratelli Bandiera per il progetto del Parco del mare all’ex Porto Lido.

«Lo stabilimento, costruito nel 1903 dall’amministrazione comunale che tuttora lo gestisce, ricalca i modelli dei “bagni galleggianti” di tradizione ottocentesca e è considerato “l’ultimo stabilimento balneare in Italia - ma forse anche in Europa - in cui la spiaggia e il mare sono divisi in base ai sessi, metà per gli uomini e metà per le donne” separati da un muro alto tre metri», scrive nel documento la soprintendente Simonetta Bonomi prima di aggiungere: «Risulta pertanto degno di essere dichiarato bene culturale anche per il suo legame con la storia della città e per i valori immateriali di cui rimante indiscutibile testimonianza». Una richiesta in tal senso era stata avanzata lo scorso Natale dal Consiglio comunale. Il sindaco Roberto Dipiazza, che sotto le feste diventa solitamente più buono, aveva fatto propria la mozione, prima firmataria l’allora dem (oggi Italia Viva) Antonella Grim, che chiedeva di avanzare la richiesta a Roma per fare diventare il Pedocin “un bene di interesse culturale” in vista di una sua ulteriore valorizzazione. Ora, dopo quasi un anno, ci siamo. Ma, pur trovandosi di fronte a un potenziale “bene culturale”, non si può aggirare la modernità. E così, dopo oltre un secolo di vita, dalla prossima estate, cambieranno le modalità di accesso al Bagno Alla Lanterna. Da decenni il Pedocin è il bagno dove all’ingresso si oblitera il biglietto come sull’autobus con la differenza che il prezzo, simbolico, non subisce qui l’annuale maggiorazione della Trieste Trasporti. Il biglietto giornaliero dal prezzo politico di un euro resiste dal 2010. Prima si entrava con 80 centesimi e prima ancora con 60 centesimi. All’epoca della lira, il prezzo per andare al Pedocin era di mille lire.

E ora il Comune ha deciso di dotare lo stabilimento balneare di “due erogatori automatici di biglietti”, uno per le donne e uno per gli uomini, ovviamente. La spesa prevista si aggira sui 26 mila euro. La determina comunale, che annuncia l’acquisto dei due macchinari, porta la data del 12 novembre scorso. Si è pensato a due casse automatiche con accettazione di monete ed erogazione di resto in monete dal peso di 130 chilogrammi. Per la fornitura è stata individuata la ditta friulana Kronotech con sede a Udine in viale Ungheria. La motivazione del grande passo è squisitamente economica e di risparmio sul personale. «A fronte della progressiva riduzione dell’organico del personale comunale - si annota nella determina - il numero di dipendenti assegnati non consente di assicurare la gestione di cassa dello stabilimento per la prossima stagione balneare».

Del resto l’attività di cassa del Pedocin è impegnativa «in ordine ai biglietti erogati e all’arco di orario e stagionale di apertura dello stabilimento». Difficile, insomma, far quadrare i turni. E così dalla prossima estate ci penseranno i distributori automatici. Non è chiaro come verranno effettuati i controlli. Nel 2013 Mauro Lokar, coordinatore allora dei Bagni del Comune, ricordava come, nonostante il prezzo bassissimo del biglietto, c’era chi non voleva pagare neppure quel singolo euro. «Non solo per tirchieria ma anche per una “goliardica” sfida ai cassieri - raccontava Lokar -. Gli addetti raccontano di “portoghesi” o aspiranti tali che tagliano il biglietto per far scomparire la data, usano la “cancellina”, o narrano di altri che tentano d’intrufolarsi senza farsi notare». Sempre quell’anno 2013 due custodi del Pedocin finirono sotto inchiesta per assenteismo. Non aprivano la cassa del Bagno e lasciavano che la gente entrasse senza pagare il biglietto. Ingresso libero al Pedocin come alle origini. Nelle pagine dell’inchiesta si leggeva che «lo sportello adibito a cassa veniva chiuso con un pezzo di legno». —
 

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