Pedicchio lascia il timone di Ogs: «Il territorio vigili sul suo futuro»
TRIESTE. Maria Cristina Pedicchio non sarà più presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), per scadenza naturale del mandato. Pedicchio, che resterà comunque nel Cda dell’Istituto come rappresentante della comunità scientifica, ha lavorato in questi anni «a consolidare il capitale umano dell’Ogs, la sua capacità attrattiva, il suo ruolo nazionale e internazionale». Ha difeso l’autonomia dell’ente anche nella recente polemica scatenata dall’ipotesi di inglobare Ogs in un “macro-istituto” romano. E ora auspica che «il territorio vigili» sulla nomina del prossimo presidente, attesa a breve giro dal ministro dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti, che proprio oggi incontrerà Pedicchio a Trieste.
La presidente uscente coglie l’occasione per tirare le somme della sua esperienza al timone, è il caso di dirlo, dell’istituto oceanografico. E parte dalle prospettive future: «Dopo due mandati non ero più ricandidabile - spiega -, sicché ora siamo tutti in attesa della nomina del nuovo presidente da parte del ministero». Sia come sia, Pedicchio sarà comunque nella stanza dei bottoni. Il Cda di Ogs è infatti composto da tre persone, due sono di nomina ministeriale (il presidente e un consigliere) mentre il terzo viene eletto dai ricercatori dell’ente: «I miei colleghi mi hanno chiesto di candidarmi per quel posto e io mi sono messa a disposizione - spiega -. E sono commossa dalla quantità di voti che ho ricevuto. Dopo due mandati da presidente è un segnale forte di sostegno e fiducia».
Qual è lo stato di salute di Ogs oggi? «L’ente oggigiorno funziona benissimo - dice -. Sui 300 dipendenti attuali, una settantina sono stati stabilizzati in questi anni. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che il legislatore metteva a disposizione, di volta in volta, per dare sicurezza alle posizioni lavorative».
Ciononostante, aggiunge, il criterio d’ingresso non è solo “quantitativo”: «Non ci siamo limitati e perseguire le stabilizzazioni in quanto tali, perché abbiamo messo in campo strumenti di valutazione adeguati delle persone assunte. Gli esiti sono stati comunque buoni e tutti sono stati stabilizzati. Questo significa che nel corso del tempo l’ente aveva reclutato bene. Il risultato è che ora non c’è più neanche un precario all’interno dell’istituto». In generale, prosegue Pedicchio, l’aspetto delle risorse umane è stato un asse portante del suo mandato: «Abbiamo fatto due chiamate per chiara fama, una è quella di Angelo Camerlgenghi, direttore della Sezione di ricerca geofisica, l’altra è quella di Stefano Parolai, che è rientrato dopo 17 anni di lavoro in Germania».
Parolai sarà il nuovo responsabile della sismologia, «un aspetto che a noi sta molto a cuore»: «Uno dei nostri obiettivi è approfondire il tema del rischio sismico e, visto il ruolo internazionale del nostro istituto, contribuire a diffonderlo nei paesi vicini, come ad esempio l’area balcanica. È lampante quanto sia necessario, se pensiamo a quanto accaduto in Albania nei giorni scorsi». Pedicchio sottolinea poi il lavoro fatto dal punto di vista infrastrutturale: «Abbiamo portato a compimento uno sforzo incredibile per la nave rompighiaccio». Ogs è in salute anche sul fronte dei fondi, spiega: «Più del 40% del nostro budget viene da progetti competitivi, il che significa che siamo in grado di attrarre fondi sia pubblici che privati».
Un’altra «parola chiave» dei mandati di Pedicchio è l’internazionalizzazione: «Siamo coordinatori di tre infrastrutture europee. Partecipiamo poi a diversi progetti, finanziati anche dal Miur, per la crescita blu e sostenibile all’interno dell’area mediterranea, in cui portiamo il nostro approccio multidisciplinare. Ecco, sostenibilità e multidisciplinarietà sono altri termini chiave».
Il risultato di questo lavoro è il rafforzamento del dialogo nella regione mediterranea, spiega la presidente: «Oggi va di moda parlare di logica glocal: ecco, noi siamo attori forti della proiezione geopolitica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia».
Questa la posizione sull’ipotetico Istituto del mare e le recenti polemiche: «Certamente nessuno ha mai voluto spostare l’intero istituto, ma si è pensato di spostare la testa a Roma. In questo senso si configurava un attacco forte all’autonomia dell’ente. Io penso che tutto si possa fare, ma che servano piani di fattibilità, anche economica, e soprattutto condivisione. Non si possono fare colpi di mano solo perché c’è una costellazione politica favorevole. Sono cose di cui la comunità scientifica soffre. Le scelte vanno condivise con i soggetti coinvolti».
Quanto al prossimo presidente, Pedicchio auspica si tratti di una nomina in continuità: «Anche per questo spero che il territorio vigili: Ogs è un patrimonio di Trieste e del Fvg, per costruire un simile capitale umano ci vuole tanto impegno e tanta fatica. A disfare le cose, purtroppo, ci vuol poco».
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